Francia, procedimento contro l’agente che aggredì volontario nel campo di Calais

11 Giugno 2020

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Francia, procedimento contro l’agente che aggredì volontario nel campo di Calais: un messaggio contro l’impunità

In merito alla decisione delle autorità francesi di perseguire tre agenti della polizia, uno dei quali aveva aggredito il difensore dei diritti umani britannico Tom Ciotkowski mentre questi documentava gli abusi della polizia nei confronti dei rifugiati a Calais nel 2018, Nicolas Krameyer, direttore dei programmi di Amnesty International Francia, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

In un periodo in cui gli abusi della polizia e la mancanza di giustizia che ne segue sono sotto i riflettori, il procedimento nei confronti di questi tre agenti è una notizia gradita che giunge al momento giusto“.

Prima della sua assoluzione, il caso di Tom era un simbolo degli attacchi della polizia a migranti, rifugiati e ai difensori dei diritti umani che li aiutano. Adesso, diventerà un banco di prova che mostrerà fino a che punto le autorità sono disposte a spingersi per mettere fine agli abusi nei confronti dei difensori dei diritti umani“.

Questo procedimento giudiziario non rappresenta la regola ma l’eccezione, resa possibile solo grazie alla determinazione di [Tom e di] un piccolo gruppo di attivisti che sono riusciti a presentare una prova video dell’aggressione. In un momento in cui sui nostri schermi abbondano le immagini dell’uso eccessivo della forza da parte della polizia in Francia e in tutto il mondo, questa decisione ricorda in maniera opportuna che filmare gli abusi rappresenta una delle modalità più efficaci per contribuire definitivamente a mettere fine all’impunità che molti hanno data per scontata per così tanto tempo“.

Ulteriori informazioni

Il volontario Tom Ciotkowski è stato violentemente spintonato dalla polizia nel 2018 e poi accusato di oltraggio e aggressione dopo aver filmato un agente della polizia francese che avrebbe spinto un altro volontario a Calais nel 2018. Invece di essere trattato come una vittima della violenza della polizia, è stato portato in tribunale sulla base di accuse inventate, fino alla sua completa assoluzione, lo scorso anno.

Il procedimento iniziale nei suoi confronti rifletteva una tendenza europea più ampia tesa a criminalizzare le azioni di solidarietà per dissuadere le persone dal sostenere i diritti di migranti e rifugiati.