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Il 27 maggio si svolgerà il processo contro sette attivisti condannati in primo grado il 13 dicembre 2018 per “favoreggiamento dell’ingresso irregolare di cittadini stranieri” in Francia.
Nell’aprile 2018 i “sette di Briançon” (Benoit Ducos, Lisa Malapert, Mathieu Burellier, Jean-Luc Jalmain, Bastien Stauffer, Elenonora Laterza e Théo Buckmaster) avevano preso parte a una manifestazione contro il gruppo xenofobo “Generazione identitaria” lungo il confine franco-italiano.
Nel corso dell’operazione chiamata “Difendi l’Europa”, i membri di tale gruppo avevano usurpato le funzioni della polizia di frontiera bloccando il passaggio di rifugiati e migranti dall’Italia verso la Francia. Nel marzo 2021 il gruppo è stato sciolto dalle autorità francesi poiché incitava alla discriminazione, all’odio e alla violenza.
“Aver fatto un pessimo uso, nel processo di primo grado, delle leggi contro il traffico di esseri umani per condannare coraggiosi attivisti che avevano protestato contro le attività illegali di un gruppo razzista e xenofobo non solo è stato un atto oltraggioso ma ha costituito anche una violazione del diritto alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica. Partecipare a una protesta pacifica, fianco a fianco con rifugiati e migranti, è un atto di solidarietà, altro che un reato. Chiediamo che le accuse contro i sette attivisti siano annullate e che il processo d’appello si chiuda con il loro proscioglimento”, ha dichiarato Nils Muižnieks, direttore di Amnesty International per l’Europa.