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Fred e Yves stavano vivendo un vero incubo. In carcere solo perché avevano cercato di coinvolgere altri giovani in dimostrazioni pacifiche. Rischiavano la pena di morte.
Fred Bauma è un attivista di Lucha (Lutte pour le changement – Lotta per il cambiamento), di cui è uno dei fondatori. Yves Makwambala è disegnatore grafico. Il 15 marzo 2015 le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nel centro giovanile Eloko Makasi a Kinshasa, nella Repubblica federale del Congo, dove era in corso una conferenza stampa organizzata da tre Ong locali per la presentazione ufficiale del movimento Filimbi. Sono state arrestate una trentina di persone, fra cui Fred e Yves, un diplomatico americano, giornalisti stranieri e militanti del movimento senegalese Y’en a marre e del gruppo burkinabé Balai citoyen.
Il diplomatico americano e i giornalisti stranieri sono stati rilasciati lo stesso giorno, i militanti senegalesi e burkinabé sono stati espulsi dal paese, mentre Fred e Yves sono stati portati in un luogo segreto e detenuti incommunicado fino al loro trasferimento presso il Centro penitenziario di rieducazione di Kinshasa.
I due attivisti sono stati accusati di: associazione sediziosa; cospirazione contro il capo dello Stato; attentato alla sicurezza dello Stato e al “regime costituzionale”; incitamento alla rivolta armata contro lo Stato. Fred è stato inoltre accusato di disturbo della pace e Yves di vilipendio del capo dello Stato.
Amici, colleghi e familiari di Fred e Yves si sono battuti incessantemente per la loro liberazione, ma qualunque azione intrapresa, anche simbolica, è stata duramente repressa dalle autorità.
Quattro attivisti di Lucha, di cui Fred è fra i fondatori, avevano organizzato una manifestazione a Goma invitando le persone a fischiare ogni giorno dalle 17 alle 17.05. Mentre distribuivano i fischietti e spiegavano il senso dell’azione, sono stati arrestati e accusati di attentato alla sicurezza nazionale, incitamento alla rivolta e partecipazione a manifestazione illegale. Dopo l’intervento di Amnesty International, sono stati rilasciati.
Con oltre 170.000 lettere abbiamo fatto un’incredibile pressione sui governi e le autorità della Repubblica federale del Congo. “Sono felice di essere finalmente libero! Ringrazio tutti coloro che hanno lottato in tutti i modi per liberarmi. Grazie Amnesty!” ci ha scritto Fred a poche ore dalla sua liberazione.