G8 di Genova: ennesimo richiamo alla necessità di introdurre il reato di tortura

7 Novembre 2014

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La decisione della Corte di cassazione di annullare il processo d’appello contro Francesco Colucci, l’ex questore di Genova ai tempi del G8 del 2001 è, secondo Amnesty International Italia, simbolica ma importante.

Colucci era stato condannato a due anni e otto mesi per falsa testimonianza sulle modalità di irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8 di Genova.

‘Il nuovo processo nei confronti dell’ex questore Colucci non si farà, dato che la prossima settimana arriverà la prescrizione’ – ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.

‘Ma ci teniamo strette le parole del procuratore generale della Cassazione Enrico Delehaye, che durante la richiesta di annullare il processo ha nuovamente chiamato in causa il ‘problema dei problemi’ che ha influenzato i procedimenti giudiziari sulle gravi violazioni dei diritti umani avvenute a Genova 13 anni fa: l’assenza del reato di tortura’ – ha proseguito Marchesi.

Parole che – sottolinea Amnesty International Italia – ricordano quelle pronunciate dal giudice Roberto Settembre, estensore della sentenza del processo d’appello per le violenze di Bolzaneto, il quale lamentò l’assenza nel codice penale persino della parola, tortura appunto, che avrebbe potuto descrivere il trattamento subito da oltre 250 persone all’interno del centro di detenzione genovese.

‘Parole analoghe’ – ricorda Marchesi – ‘a quelle pronunciate dal procuratore generale di Genova, Vito Monetti, nel luglio 2012, all’indomani della sentenza di Cassazione sulle violenze nella scuola Diaz’.

‘Speriamo che i sempre più frequenti e autorevoli richiami alla necessità di colmare questo vuoto legislativo, che perdura da oltre 25 anni, spingano il parlamento italiano a introdurre nel codice penale il reato specifico di tortura’ – ha concluso Marchesi.