Gambia, la morte in custodia di un oppositore politico

20 Aprile 2016

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La morte in custodia in circostanze sospette di Solo Sandeng, noto esponente del Partito democratico unito (Udp), e l’arresto del leader del partito Ousainu Darboe e di altri suoi militanti hanno sottolineato ancora una volta – secondo Amnesty International, Article 19 e Human Rights Watch – la natura repressiva del governo del Gambia.

Le tre organizzazioni per i diritti umani hanno sollecitato il governo del presidente Yahya Jammeh a garantire un’indagine indipendente e imparziale sulla morte di Sandeng, rilasciare immediatamente tutti i manifestanti pacifici e liberare Alhagie Ceesay, giornalista arbitrariamente detenuto dal luglio 2015 e attualmente ricoverato in ospedale in gravi condizioni di salute.

Amnesty International, Article 19 e Human Rights Watch hanno inoltre espresso il timore che il governo gambiano possa intensificare la repressione sulle voci indipendenti in vista delle elezioni di dicembre.

Sandeng, figura di primo piano dell’Udp era stato arrestato il 14 aprile 2016 durante una manifestazione pacifica in favore di una riforma elettorale in vista delle elezioni presidenziali di dicembre. In quell’occasione è stata arrestata anche Fatoumata Jawara, giovane leader del UDP, e si teme abbia riportato gravi ferite. Altri manifestanti si troverebbero ancora in stato di fermo.

Secondo fonti dell’Udp, Sandeng è morto dopo essere stato torturato da agenti dell’Agenzia per la sicurezza nazionale. Sarebbero deceduti anche altri due esponenti del partito. Alhagie Ceesay, direttore della radio indipendente Teranga Fm, è stato arrestato il 2 luglio 2015 dopo che aveva condiviso via smartphone un fotomontaggio, di cui non era autore e che stava circolando su Internet, in cui il presidente Jammeh era raffigurato con una pistola puntata contro. Nonostante le condizioni di salute – il ricovero in ospedale del 13 aprile è stato il terzo nel 2016 –  a Ceesay continua a essere negata la scarcerazione su cauzione. Yahya Jammeh, salito al potere con un colpo di stato incruento nel 1994, si candida al quinto mandato elettorale consecutivo.

Nelle ultime elezioni del 2011, la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) rifiutò di mandare osservatori, denunciando le intimidazioni ai danni dell’opposizione. Questa da tempo chiede una riforma elettorale che dia vita a una commissione elettorale indipendente e garantisca la parità di accesso ai mezzi d’informazione. Da oltre 20 anni, in Gambia viene sistematicamente e spietatamente repressa ogni forma di dissenso.

Le forze di sicurezza e gruppi paramilitari ombra hanno compiuto uccisioni illegali, arresti arbitrari e sparizioni forzate, costringendo alla fuga all’estero centinaia di persone su una popolazione totale di neanche due milioni di persone.