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Nelle ultime tre settimane, le autorità della Georgia non hanno rispettato il diritto di protesta pacifica, hanno usato forza eccessiva contro manifestanti pacifici e non hanno impedito atti di violenza da parte di soggetti non identificati.
L’obiettivo delle proteste è la legge “sulla trasparenza dell’influenza straniera”, giunta ormai al secondo voto favorevole su tre e che Amnesty International continua a chiedere sia ritirata. La legge impone agli organi d’informazione e alle organizzazioni non governative che ricevano dall’estero oltre il 20 per cento dei finanziamenti, di registrarsi come “organizzazioni che portano avanti interessi di una potenza straniera” e rappresenta una limitazione non necessaria alla libertà di associazione.
Nei primi tre giorni di protesta, dal 14 al 16 aprile, in occasione del primo voto del parlamento, la polizia ha arrestato almeno 25 persone e ha caricato i manifestanti, ricorrendo anche a sostanze chimiche irritanti. Diverse persone, compresi alcuni giornalisti, hanno avuto bisogno di cure ospedaliere.
Con l’aumento del numero dei partecipanti alle proteste, la repressione si è fatta più dura. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio la polizia ha fatto uso di cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e spray al peperoncino e ha colpito con pugni e manganelli manifestanti inermi e già a terra. Ne hanno fatto le spese anche donne e minorenni, giornalisti e parlamentari dell’opposizione. Secondo Radio Free Europe Georgia, almeno otto manifestanti sono stati raggiunti da proiettili di gomma: uno è stato ferito gravemente alla parte inferiore del torace, un altro a un occhio.
Il 3 maggio, all’1 di notte, un gruppo di facinorosi non identificati ha dapprima tentato di investire i manifestanti radunati in piazza degli Eroi, nel centro della capitale Tbilisi. Poi, una decina di uomini sono scesi dalle automobili e hanno preso a sprangate e a calci alcuni manifestanti. La polizia è arrivata solo un’ora dopo.
Gli osservatori sui diritti umani hanno segnalato ad Amnesty International che molti degli arrestati, prima di essere scarcerati, non hanno avuto accesso all’assistenza legale né alle cure mediche. Ai minorenni è stato impedito di avvisare le famiglie.
Alla luce delle probabili prossime proteste, Amnesty International ha sollecitato le autorità georgiane a garantire il rispetto del diritto di protesta pacifica.