Georgia: preoccupazione per la popolazione civile

31 Agosto 2008

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Georgia: Amnesty International ancora preoccupata per la situazione della popolazione civile dopo il cessate il fuoco del 16 agosto

Subito dopo l’accordo del 16 agosto per il cessate il fuoco tra Georgia e Russia, Amnesty International ha chiesto a tutte le parti in conflitto di proteggere i rifugiati e gli sfollati di guerra, così come i civili che sono rimasti nelle zone più colpite dalle operazioni militari. Amnesty International ha anche chiesto di garantire che gli aiuti umanitari raggiungano tutte le vittime del conflitto, tanto in Georgia quanto in Russia, e che coloro che sono fuggiti dalle proprie abitazioni a causa della guerra possano rientrarvi in condizioni durature di sicurezza.

A distanza di giorni dal cessate il fuoco, i civili che hanno cercato riparo in altre zone della Georgia o nel territorio russo dell’Ossezia del Nord hanno ancora bisogno di aiuti umanitari. Lo stesso vale per chi è rimasto in Ossezia del Sud e nelle zone della Georgia occidentale più colpite dal conflitto. Vi è ancora un elevato rischio di attacchi motivati da ragioni etniche.

Il 19 agosto, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati aveva dichiarato che il numero degli sfollati di guerra era di 158.700, 90.000 dei quali si trovavano nella Georgia propriamente detta, come la maggior parte della popolazione di Gori e dei villaggi situati nell’ovest del paese.

Gli sfollati in territorio georgiano sono ospitati in strutture pubbliche, come gli istituti scolastici, e in campi allestiti all’interno e alle porte della capitale Tbilisi, in condizioni che variano da caso a caso.

Le organizzazioni umanitarie hanno lamentato difficoltà nel raggiungere le popolazioni civili intrappolate nelle zone di conflitto. Il primo convoglio umanitario delle Nazioni Unite è riuscito ad arrivare a Gori solo il 17 agosto.

Fonti ufficiali russe stimano che le persone fuggite dall’Ossezia del Sud e riparate nel territorio della Federazione Russa, soprattutto in Ossezia del Nord, sono 30.000. Le squadre di soccorso russe hanno sottolineato la necessità di fornire assistenza umanitaria nella capitale dell’Ossezia del Sud, Tskhinvali, a causa della distruzione delle infrastrutture e dell’ospedale della città. Tuttavia, l’esercito russo ha consentito l’ingresso del Comitato internazionale della Croce Rossa solo il 20 agosto.

Ulteriori informazioni

Il 12 agosto, dopo cinque giorni di pesanti ostilità, Georgia e Russia hanno accettato un cessate il fuoco provvisorio proposto dalla Francia in attesa di successivi negoziati. L’accordo è stato poi sottoscritto formalmente dai presidenti dei due Stati, rispettivamente il 15 e il 16 agosto. Tuttavia, le forze russe hanno iniziato il ripiegamento solo il 20. Il giorno precedente era avvenuto uno scambio di prigionieri.

L’Ossezia del Sud

L’Ossezia del Sud, in territorio georgiano, è divisa dall’Ossezia del Nord, in territorio russo, da una frontiera che corre lungo il crinale del Caucaso. Gran parte del territorio ossetino si trova oltre i 1000 metri di altezza.

Gli ossetini del sud sono uno specifico gruppo etnico che parla una lingua che ha una vaga vicinanza al persiano. Un terzo della popolazione dell’Ossezia del Sud è di origine georgiana.

L’Ossezia del Sud, già provincia autonoma della Georgia durante l’era sovietica, aveva già dichiarato l’indipendenza dalla Georgia nel 1990. Ne derivarono due anni di scontri armati con le forze armate georgiane, fino a quando nel 1992 il conflitto terminò con un cessate il fuoco e l’istituzione di una forza tripartita di peacekeeping, composta da personale russo, georgiano e ossetino.

Dal 1992, l’Ossezia del Sud ha goduto di una sorta d’indipendenza di fatto, sebbene non riconosciuta da nessuno Stato (fino a quando, il 26 agosto di quest’anno, la Russia non ha preso questa decisione). Nel corso degli anni, molti ossetini hanno preso il passaporto russo.

La tensione è aumentata all’indomani dell’elezione, nel 2004, del presidente georgiano Saakashvili, e della sua dichiarata intenzione di restaurare l’integrità territoriale e ristabilire il controllo sull’Ossezia del Sud e sull’altra regione contesa dell’Abkhazia, nel nord-ovest del paese, dove la Russia mantiene proprie forze di peacekeeping sotto il mandato della Comunità degli Stati Indipendenti.

Comunicato stampa ‘Georgia / Russia: a rischio la popolazione civile’
Comunicato stampa ‘Ossezia del Sud: dare massima priorità alla protezione dei civili’