Giornalista sudanese rischia pena di morte per motivi politici

14 Luglio 2011

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Abuzar Al Amin, vicedirettore del quotidiano sudanese Rai al Shaab, il cui rilascio era previsto il 3 luglio, rischia una lunga condanna o persino la pena di morte sulla base di nuovi capi d’accusa presentati dai servizi di sicurezza del paese.

Abuzar Al Amin era stato arrestato il 15 maggio 2010 insieme a tre colleghi: il direttore di Rai al-Shaab Ashraf Abdelaziz, il tipografo Abu Baker Al Sammani e l’amministratore Nagi Dahab. Il giorno dopo era stato arrestato anche Al Tahir Abu Jawhara, capo della redazione politica, e dopo un’irruzione dei servizi di sicurezza, il quotidiano era stato definitivamente chiuso.

Il 19 maggio, i quattro detenuti erano stati trasferiti negli uffici della ‘sezione crimini contro lo stato’ della procura della capitale Khartoum. Un giorno dopo, Abuzar Al Amin era stato visitato dai familiari: su tutto il suo corpo c’erano evidenti segni di pestaggio. Il giornalista aveva dichiarato ai suoi parenti che non riusciva a dormire per i forti dolori alla schiena e che aveva sangue nelle urine.

Dopo circa due mesi di detenzione preventiva, il 14 luglio Abuzar Al Amin era stato giudicato colpevole di attentato alla Costituzione e diffusione di false notizie, per aver pubblicato articoli critici nei confronti del governo, aver analizzato i risultati delle elezioni presidenziali dell’aprile 2010 e aver indagato sulla possibile presenza, in Sudan, di una fabbrica di armi iraniana. La corte suprema aveva ridotto la pena a un anno.

Amnesty International ritiene Abuzar Al Amin un prigioniero di coscienza e chiede il suo immediato e incondizionato rilascio. Secondo l’organizzazione per i diritti umani, le autorità sudanesi stanno cercando di prolungare la sua permanenza in carcere ricorrendo ad accuse politicamente motivate.