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Alla vigilia del discorso alle camere per il voto di fiducia al governo presieduto da Mario Draghi, Amnesty International Italia ha espresso l’auspicio che il nuovo esecutivo voglia compiere nuovi e importanti passi per i diritti umani.
La fase storica e sociale in cui questo governo nasce, ha sottolineato l’organizzazione per i diritti umani, si configura come una delle più difficili dal dopoguerra: le drammatiche conseguenze della pandemia, che ancora miete ogni giorno molte vittime, pongono le istituzioni di fronte a una sfida epocale.
In tale contesto, le risorse del Recovery Fund, come già Amnesty International Italia aveva dichiarato all’indomani dell’approvazione, saranno un’occasione storica di ripensamento e di investimento sui diritti di tutte e di tutti per rifondare la società post-pandemica, attraverso l’avvio di misure drastiche di risanamento: misure che dovrebbero tradursi in politiche di riduzione delle diseguaglianze sociali e di genere, in strumenti di sostegno alle fasce più deboli della popolazione e in una decisa azione di contrasto al cambiamento climatico.
In aggiunta a questi provvedimenti per la ripresa sociale, è importante secondo Amnesty International Italia che questo governo abbia il coraggio di varare riforme sui diritti civili su cui il nostro paese è rimasto indietro rispetto ad altri stati europei: l’introduzione dei codici identificativi per le forze di polizia, una normativa sulla violenza sessuale che tenga conto del principio del consenso così come previsto dalla Convenzione di Istanbul e la creazione di un’autorità nazionale indipendente per i diritti umani.
Al presidente Draghi, Amnesty International Italia chiede inoltre di essere protagonista di una nuova fase nella politica estera del nostro paese, con una netta affermazione dei valori di libertà, di democrazia e di dignità dell’essere umano che l’Italia e l’Europa sappiano finalmente pretendere anche dai propri partner esterni, in primo luogo l’Egitto e la Libia.
In conclusione, Amnesty International Italia auspica che il governo Draghi sia pronto a fare “whatever it takes” per difendere e sostenere i diritti umani.