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Una corte d’appello olandese, confermando in larga parte il verdetto di un tribunale civile di primo grado del 2014, ha giudicato l’Olanda “parzialmente responsabile” dell’uccisione di circa 300 persone nel corso del genocidio in atto a Srebrenica nel luglio 1995.
Oltre 20 anni dopo, questa sentenza stabilisce che i peacekeeper possono essere ritenuti responsabili quando siano venuti meno al dovere di proteggere i civili e che i governi possono e saranno chiamati a rispondere del comportamento dei loro soldati.
Si tratta di una sentenza non solo simbolica, perché potrà contribuire ad assicurare che crimini del genere non accadranno ulteriormente, soprattutto non sotto gli occhi di forze internazionali di pace.