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Dopo l’arresto di oltre 7500 ‘migranti irregolari’ da parte della polizia di Atene il 4 e 5 agosto, Amnesty International ha sollecitato le autorità greche a porre fine a queste retate e a consentire l’effettivo accesso alle procedure d’asilo per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale.
La maggior parte dei migranti proveniva da paesi asiatici, nordafricani e dell’Africa subsahariana.
Molti degli arrestati sono stati rilasciati perché in possesso di permesso di soggiorno. Tuttavia, almeno 2000 di essi, trovati senza documenti, sono stati posti in detenzione amministrativa, nelle stazioni di polizia di Atene (tra cui gli uffici della direzione dei cittadini stranieri dell’Attica (Petrou Ralli) e in accademie di polizia situate nel nord del paese, riattrezzate come strutture detentive. In carcere sarebbero finite anche persone con i documenti in regola.
‘La Grecia ha il diritto di controllare l’immigrazione ma non quello di trattare le persone in strada come criminali solo a causa del colore della loro pelle. La dimensione dell’operazione di polizia svolta ad Atene fa pensare a un’attitudine discriminatoria sulla base della presunta origine etnica‘ – ha dichiarato Jezerca Tigani, vicedirettrice del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.
Uno degli uomini arrestati il 3 agosto ha dichiarato ad Amnesty International di essere stato rinchiuso in una stanza della stazione di polizia di Petrou Ralli con altre 170 persone. Il giorno dell’arresto gli hanno dato solo acqua e in seguito ha potuto mangiare solo pane, in quanto i pasti forniti erano inappropriati dal punto di vista religioso. Molti detenuti dormivano sul pavimento, facendo i turni.
Alla luce del profondo aumento degli attacchi motivati da odio razziale subiti dai cittadini stranieri nel corso dell’ultimo anno, Amnesty International teme che operazioni di polizia così massicce e discriminatorie alimenteranno ulteriori atti del genere e la xenofobia.
‘La Grecia è in una situazione di difficoltà economica e al tempo stesso è uno dei paesi che riceve i maggiori flussi di migranti dell’Unione europea. Ma queste operazioni di polizia violano gli standard internazionali sui diritti umani e devono essere sospese immediatamente’ – ha proseguito Tigani. ‘Ci sono persone che rischiano l’espulsione e che necessitano di protezione internazionale ma non possono fare richiesta di asilo politico‘.
Alla stazione di polizia di Petrou Ralli, dove viene presentata la maggior parte delle richieste di asilo, fuori dall’edificio si formano code di due o tre giorni, in condizioni terribili, in attesa che il sabato mattina apra l’ufficio competente. In questo modo, ogni settimana vengono registrate poche domande.
Alla fine di luglio una delegazione di Amnesty International ha visitato sei centri di detenzione per stranieri, che ha trovato in condizioni misere o, come nel caso di Elliniko ed Elliniko Nuova, disumane e degradanti.