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Il giudice Richard Leon, della corte distrettuale del Distretto di Columbia, ha ordinato il rilascio da Guantánamo di Mohammed el Gharani, il ‘detenuto-bambino’ nato nel luglio 1987 che ha trascorso ormai un terzo della sua vita nel centro di detenzione.
El Gharani, nato in Ciad e cresciuto in Arabia Saudita, è stato arrestato in Pakistan alla fine del 2001, quando aveva poco più di 14 anni, consegnato alle forze Usa di Kandahar (Afghanistan), è stato trasferito a Guantánamo nel gennaio 2002.
Secondo il giudice Leon, le prove dell’Amministrazione Usa contro el Gharani ‘si basano principalmente su dichiarazioni di due detenuti di Guantánamo, la cui credibilità e affidabilità sono state messe in discussione da funzionari governativi’.
Nel corso dei sette anni di detenzione, el Gharani è stato sottoposto a maltrattamenti. Funzionari dell’Fbi hanno dichiarato che nel corso di interrogatori svoltisi nel 2003, el Gharani è stato costretto a rimanere seduto a terra immobilizzato, per diverse ore, con le braccia e i piedi incatenati. El Gharani è stato anche sottoposto al cosiddetto ‘programme frequent flyer’, consistente in prolungate e frequenti sessioni di disorientamento, interruzione del sonno e deprivazione sensoriale.
Amnesty International ha chiesto all’ Amministrazione Usa di dare seguito alla sentenza del giudice Leon, rilasciando immediatamente el Gharani e rinviandolo in Arabia Saudita, dove vive la sua famiglia o, se ciò non fosse possibile, in Ciad, dove risiedono altri familiari.
El Gharani è una delle oltre 250 persone ancora trattenute a Guantánamo. A sette anni dall’apertura del centro di detenzione, Amnesty International ha chiesto al presidente eletto Barack Obama di annunciare la data della chiusura di Guantánamo immediatamente dopo la sua entrata in carica e di tradurre in realtà il suo impegno a porre fine alle violazioni dei diritti umani che hanno contraddistinto le politiche e le pratiche antiterrorismo statunitensi negli ultimi sette anni. In particolare, Amnesty International chiede l’emanazione di un ordine presidenziale che metta al bando la tortura e gli altri maltrattamenti come definiti dal diritto internazionale e l’istituzione di una commissione indipendente d’inchiesta che si occupi delle violazioni dei diritti umani commesse dagli Usa nel contesto della ‘guerra al terrore’.