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Un giudice di Città del Guatemala ha condannato, martedì 2 agosto, quattro ex soldati di un’unità armata scelta a oltre 6000 anni di carcere per ruolo avuto nel massacro del villaggio di Dos Erres nel nord del paese, nel 1982.
‘Questa importante sentenza lancia il messaggio che il Guatemala potrebbe finalmente avvicinarsi alla giustizia per le centinaia di migliaia di vittime di gravi violazioni dei diritti umani commesse durante la guerra civile‘ – ha dichiarato Sebastian Elgueta, ricercatore sull’America Centrale di Amnesty International.
‘Il massacro di Dos Erres nel 1982 fu particolarmente brutale, ma è solo la punta di un iceberg e di numerosi crimini contro l’umanità e altre gravi violazioni dei diritti umani che ancora devono essere risolti in Guatemala; alcuni casi devono ancora essere aperti’.
Un’unità militare scelta entrò a Dos Erres, nella regione settentrionale Petén, il 5 dicembre 1982 e torturò e uccise 201 uomini, donne e bambini in tre giorni, prima di radere al suolo il villaggio. Molte donne e ragazze furono stuprate e diversi abitanti del villaggio, compresi dei bambini, vennero buttati nel pozzo del villaggio.
Manuel Pop Sun, Reyes Collin Gualip, Daniel Martínez e Carlos Carías, sono stati condannati a 30 anni di carcere per ogni omicidio e ad altri 30 anni per aver commesso crimini contro l’umanità. La sentenza è in gran parte simbolica perché, secondo la legge del Guatemala, gli anni di carcere possono essere al massimo 50.
Secondo una commissione per la verità sostenuta dalle Nazioni Unite durante i 36 anni di conflitto interno nel Guatemala 200.000 persone sparirono o vennero uccise e le forze di sicurezza commisero oltre 600 massacri, soprattutto nelle comunità native e rurali.
Un’indagine sul massacro di Dos Erres è stata aperta nel 1994, ma decine di ricorsi presentati dalla difesa hanno fatto sì che i casi siano stati fermi nei tribunali per anni.
Sopravvissuti al massacro hanno testimoniato in aula e in passato hanno riferito ad Amnesty International che un ufficiale di una base militare locale aveva ordinato l’operazione per coprire lo stupro di una donna del villaggio da parte di un militare.
Gli ex soldati continuano a sostenere la loro innocenza.
Sebbene questa decisione sia un passo in avanti nella lotta all’impunità in Guatemala, i soldati non hanno commesso questi crimini di loro iniziativa e le autorità devono portare davanti alla giustizia tutti coloro che, nella catena di comando, hanno organizzato e ordinato i crimini’ – ha affermato Elgueta.
Nell’ultimo anno, un altro ex soldato che aveva partecipato al massacro di Dos Erres è stato arrestato negli Usa. Gilberto Jordán ha confessato alle autorità statunitensi che aveva preso parte al massacro e aveva spinto un bambino nel pozzo del villaggio. Dovrebbe essere rimpatriato in Guatemala dopo che avrà scontato 10 anni di carcere per aver violato le leggi sull’immigrazione.
A giugno, le autorità del Guatemala hanno arrestato l’ex generale Héctor Mario López Fuentes. È accusato di aver programmato e ordinato genocidio e altri crimini contro l’umanità della comunità native maya nel 1982-1983.
Un altro processo è in corso presso un tribunale spagnolo contro l’ex presidente del Guatemala Efraín Ríos Montt per genocidio e altre gravi violazioni dei diritti umani commesse come parte di una politica della ‘terra bruciata’, mirata a combattere il gruppo armato di opposizione.