Haiti: mettere i diritti umani al centro di soccorso e ricostruzione

26 Gennaio 2010

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Haiti: i diritti umani devono essere al centro delle operazioni di soccorso e della ricostruzione

(26 gennaio 2010)

Due settimane dopo il terremoto che ha provocato enormi perdite di vite umane e la distruzione di vaste aree di territorio, la comunità internazionale continua a mobilitarsi per portare il soccorso necessario e l’assistenza umanitaria alla popolazione di Haiti. Negli ultimi giorni il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una sessione speciale sulla crisi umanitaria seguita al terremoto e il governo canadese ha ospitato la prima conferenza internazionale per avviare la prima fase della ricostruzione.

Amnesty International ritiene che in questa fase di crisi umanitaria, la protezione dei diritti umani sia un elemento essenziale per l’efficacia dei soccorsi e l’avvio di una ricostruzione sostenibile.

I diritti umani sono in pericolo nelle situazioni di crisi e di emergenza ed è pertanto fondamentale che tutti gli organismi coinvolti adottino misure appropriate per impedire che vengano commesse violazioni dei diritti umani e assicurare il rispetto e la piena realizzazione dei diritti umani sanciti dagli strumenti internazionali sui diritti umani.

La situazione sul posto vede gli haitiani non solo trovarsi di fronte a una delle più gravi catastrofi umanitarie che abbiano mai afflitto una nazione, ma anche doversi confrontare con una crisi dei diritti umani.

La perdita di decine di migliaia di vite non può essere attribuita solo alla forza della natura. La povertà endemica che affligge la popolazione ha contribuito in maniera significativa all’ampia devastazione. Nell’incoraggiare e sostenere la ricostruzione di Haiti, è fondamentale che la comunità internazionale non ricrei analoghe condizioni che mettano le persone a rischio di violazioni dei diritti umani e perpetuino l’ineguaglianza e la povertà.

Gli sforzi per il soccorso e la ricostruzione ad Haiti devono essere basati sul rispetto e sulla promozione di tutti i diritti umani. Le autorità di Haiti e la comunità internazionale dei donatori devono assicurare che la cooperazione internazionale e l’assistenza necessarie siano in linea con gli standard internazionali sui diritti umani. Pertanto, è indispensabile che la cooperazione internazionale e l’assistenza siano fornite in modo da assicurare la non discriminazione; che sia opportunamente data la massima priorità all’accesso di ogni persona ai livelli minimi essenziali di cibo, acqua, servizi sanitari, educazione, salute e alloggio; che ci si concentri su coloro che sono in più grandi condizioni di bisogno. Inoltre, le autorità di Haiti e gli stati donatori devono agire con la dovuta diligenza per assicurare che i soccorsi e l’assistenza allo sviluppo non causino o favoriscano violazioni dei diritti umani e che siano introdotti meccanismi efficaci per una significativa partecipazione di tutte le comunità colpite, incluse quelle più marginalizzate.

Nelle operazioni di soccorso e assistenza così come nelle prime tappe della ricostruzione, Amnesty International chiede a tutti i soggetti coinvolti di affrontare immediatamente e globalmente le seguenti questioni.

Protezione dei bambini dagli abusi, sfruttamento e dal traffico di esseri umani

I bambini sono tra le più vulnerabili componenti della società e in una crisi umanitaria la loro vulnerabilità aumenta significativamente a causa di violenze, abusi, separazione dalle famiglie e disabilità. La separazione dalla famiglie e la distruzione di scuole e comunità ha lasciato migliaia di bambini privi dell’ambiente che li proteggeva. Ora rischiano di cadere nelle reti dello sfruttamento e del traffico di esseri umani, che esistevano ad Haiti prima del terremoto.

I bambini soli che possono essere erroneamente ritenuti orfani rischiano di rimanere vittime delle adozioni illegali. Secondo la Convenzione dell’Aja sulle adozioni internazionali, queste devono essere ritenute l’ultima risorsa dopo che le alternative di adozione locale siano state esplorate in maniera esaustiva e dopo che le autorità competenti abbiano appurato che non ci sono parenti o tutori che possano prendersi cura di loro. Questo rischio esisteva già prima del disastro ma ora è aumentato, dato l’interesse delle famiglie di altri paesi a reagire alla triste situazione dei bambini orfani di Haiti attraverso la loro adozione. L’incapacità delle istituzioni haitiane di determinare in molti casi l’opportunità o meno di un’adozione e di tutelare i diritti dei bambini può spingere le organizzazioni che gestiscono le adozioni illegali ad agire. Le autorità del paese, con il supporto della Missione Onu per la stabilizzazione di Haiti (Minustah), deve assicurare adeguata protezione e la predisposizione di meccanismi per impedire che i bambini siano portati fuori dal paese senza il compimento delle procedure legali per le adozioni internazionali.

Individuare spazi sicuri per i bambini soli e rintracciare le famiglie devono essere le priorità per la comunità internazionale, per le autorità haitiane e le agenzie internazionali di soccorso.

Proteggere i diritti degli sfollati

Centinaia di migliaia di persone sono rimaste senzatetto e non possono ritornare a vivere in mezzo alle macerie delle loro case se non a rischio della loro salute, sicurezza e benessere. In migliaia stanno già lasciando le aree devastate. Il governo di Haiti e le autorità comunali, così come le agenzie umanitarie e di sviluppo internazionali devono rispettare i Principi Guida sugli sfollati per far fronte alle esigenze di sicurezza e umanitarie della popolazione di Haiti.

In un paese dove, prima del terremoto, l’insicurezza alimentare colpiva 1,8  milioni di haitiani (dati del dicembre 2009), e dove il 40 per cento della popolazione non aveva accesso all’acqua potabile, l’ampio numero di sfollati accresce la dimensione della crisi umanitaria.

Amnesty International sottolinea la necessità di proteggere i diritti delle persone sfollate sia all’interno che all’esterno dei campi e di fornire loro tutte le informazioni necessarie affinché possano autonomamente decidere del loro futuro.

In linea con gli standard internazionali contenuti nei Principi guida sugli sfollati, ogni trasferimento di sfollati dai campi o da aree disastrate deve essere volontario, a meno che la sicurezza e la salute di coloro che sono stati colpiti non ne richiedano l’evacuazione. Le persone sfollate non devono essere forzate in alcun modo, come attraverso la minaccia della sospensione dell’assistenza. Il diritto delle persone sfollate a ritornare volontariamente e con dignità alle loro ex abitazioni o terre deve essere rispettato e le autorità devono assisterle sia nel ritorno sia nell’insediamento in altre zone del paese.

Protezione delle donne e delle ragazze dalla violenza di genere, inclusa quella sessuale

Durante una crisi umanitaria e nella fase successiva al disastro, le donne e le ragazze rischiano spesso di subire violenza sessuale, di essere sfruttate da trafficanti e di vedersi ridurre o negare l’accesso ai servizi di salute materna e riproduttiva. Queste situazioni sono state documentate dentro e fuori i campi per sfollati nei paesi in cui erano in atto crisi umanitarie.

Tutti gli attori coinvolti nei soccorsi e nella ricostruzione devono integrare nei loro programmi misure atte a prevenire e a rispondere a tutte le forme di violenza basate sul genere, in particolare la violenza sessuale. Le agenzie delle Nazioni Unite e gli altri attori hanno sviluppato le ‘Linee guida per gli interventi sulla violenza di genere nelle emergenze umanitarie: l’attenzione alla  prevenzione alla risposta nei confronti della violenza sessuale’. Queste Linee guida rappresentano  un approccio coerente e partecipativo per prevenire e rispondere alla violenza di genere e prevedono una serie di azoni per venire incontro alle esigenze delle persone che hanno subito violenza sessuale. Amnesty International chiede a tutti gli attori coinvolti nei soccorsi e nella ricostruzione ad Haiti di usare le Linee guida come un quadro di riferimento essenziale nello svolgimento delle loro operazioni.

Sicurezza e mantenimento della legge

Il terremoto ha ulteriormente limitato la capacità delle autorità haitiane di assicurare lo stato di diritto e fornire sicurezza. Ci sono stati episodi di violenza, ma finora sono stati limitati a poche aree di Port-au-Prince, principalmente alla città vecchia. Le autorità haitiane devono dare massima priorità alla creazione di un sistema di giustizia funzionante per affrontare prontamente i crimini più gravi.

Cresce nel frattempo il timore che i prigionieri condannati per crimini violenti che sono evasi dal Penitenziario nazionale della capitale stiano tentando di rientrare nelle comunità più disagiate e vulnerabili per riprenderne il controllo. Per fronteggiare la minaccia, all’interno di queste comunità sono sorti gruppi spontanei che intendono impedire il ritorno delle bande criminali. Amnesty International teme che questo possa innescare una spirale di violenza. L’organizzazione ha ricevuto informazioni su linciaggi e su casi di giustizia sommaria, nel corso dei quali sarebbero stati uccisi presunti saccheggiatori.

La polizia nazionale haitiana, con l’assistenza della Minustah, deve garantire la sicurezza, in particolare nelle aree dove in passato la violenza delle bande era endemica. Questo è fondamentale per assicurare che le attività di soccorso non siano ostacolate dalle minacce alle comunità e ai soccorritori. Coloro che sono coinvolti nei linciaggi e in altre forme di violenza devono essere condotti dinanzi alla giustizia.

Le autorità haitiane devono agire immediatamente per istituire un centro di detenzione provvisorio, visto che il principale carcere del paese è stato distrutto e gli altri centri di detenzione nel paese sono sovraffollati. Deve essere assicurato, inoltre, che tutti i detenuti abbiano accesso all’assistenza umanitaria e siano trattati umanamente.

Dalle informazioni provenienti da Haiti, emerge l’uso della forza letale da parte degli agenti di polizia, in particolare nei confronti di presunti saccheggiatori. Amnesty International sollecita le autorità haitiane e le forze internazionali presenti nel paese ad attuare e ad assicurare una stretta osservanza dei ‘Principi base delle Nazioni Unite sull’uso della forza e delle armi da parte degli agenti di polizia’, secondo i quali le armi da fuoco devono essere usate dalla polizia solo per autodifesa o in caso di minaccia imminente di morte o di grave ferimento. È necessario intraprendere indagini indipendenti, imparziali e approfondite sulle notizie di uccisioni illegali e di altre gravi violazioni dei diritti umani e i presunti responsabili devono essere portati davanti alla giustizia.

Responsabilità delle forze internazionali

Le forze internazionali sono arrivate nel paese su richiesta del governo haitiano per garantire la sicurezza nella distribuzione degli aiuti umanitari. Sono stati schierati ad Haiti oltre 10.000 militari statunitensi, 150 della Repubblica Dominicana e 800 del Canada. Ulteriori truppe dovrebbero essere dispiegate nelle settimane prossime, comprese quelle provenienti da altri paesi.

Le questioni relative alla responsabilità di una così ampia presenza internazionale militare e di polizia devono essere chiarite dall’inizio. Le modalità in cui questo personale verrà impiegato e le  regole di ingaggio istituite nell’occasione dovranno essere in linea con il diritto internazionale dei diritti umani e dovranno essere previsti meccanismi efficaci per assicurarne il rispetto da parte di tutti i membri delle forze internazionali e in ogni momento.

L’esperienza di altre operazioni di peacekeeping ha dimostrato che lasciare la possibilità di incriminare autori di violazioni alla discrezione dei paesi che hanno contribuito all’invio di truppe, conduce all’impunità per le gravi violazioni dei diritti umani.

Cancellazione del debito di Haiti

 Nel 2009, le istituzioni finanziarie internazionali e gli altri creditori hanno cancellato 1,2 miliardi di dollari del debito estero di Haiti. Malgrado questo, Haiti ha ancora un debito di centinaia di milioni di dollari. Nelle attuali circostanze, il suo rimborso rappresenta un carico inaccettabile sulla popolazione di Haiti e sull’economia nazionale. Amnesty International chiede alle istituzioni finanziarie internazionali e agli altri creditori di fare tutti i passi necessari per cancellare il debito del paese, dal momento che insistere nel chiedere il rimborso ostacolerebbe la capacità di Haiti di rispettare i suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani, incluso il rispetto del livello minimo essenziale di diritti economici, sociali e culturali. La cancellazione del debito non può essere accompagnata da condizioni che possono avere un impatto negativo sui diritti umani.

Tutte le risorse finanziarie destinate ad Haiti negli anni a venire devono essere indirizzate a programmi di ricostruzione che assicurino il benessere della popolazione, l’accesso ai servizi di base e uno sviluppo equo e sostenibile.

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