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Proprio nel giorno in cui ricorreva il secondo anniversario dell’omicidio della nota ambientalista honduregna Berta Cáceres, il 2 marzo, è stato arrestato David Castillo Mejía, presidente dell’impresa idroelettrica Dearrollos Energéticos S.A. (Desa).
Castillo Mejía è la nona persona arrestata dall’avvio delle indagini sull’omicidio di Berta, la quarta con importanti legami con l’esercito di Honduras essendo un ex generale.
L’accusa nei suoi confronti è quella di essere l’autore intellettuale dell’omicidio, avendo fornito appoggio logistico e altro supporto a uno dei killer già sotto inchiesta.
Berta Cáceres, coraggiosa difensora dell’ambiente e dei diritti dei popoli nativi, era stata uccisa il 2 marzo 2016 a Intibucá, nella sua abitazione. Insieme ai membri del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e native dell’Honduras (Copinh), stava svolgendo una campagna contro il progetto della Desa di costruire la diga idroelettrica Agua Zarca denunciando l’impatto che avrebbe avuto sul territorio dei popoli nativi Lenca.
Un recente rapporto del gruppo indipendente di avvocati internazionali nominato dalla famiglia di Berta Cáceres ha evidenziato una serie di carenze nelle indagini ufficiali. Il rapporto avanza prove sul coinvolgimento di importanti uomini d’affari e di agenti dello stato onduregno nell’omicidio.
Negli ultimi due anni, Amnesty International ha documentato tutta una serie di minacce e di denigrazioni contro coloro che cercano verità, giustizia e riparazione per l’assassinio di Berta Cáceres e nei confronti di coloro che continuano a denunciare l’operato di potenti interessi economici ai danni dei nativi e delle comunità contadine.
Lo scorso anno l’Ong Global Witness ha classificato l’Honduras come il paese più mortale al mondo per i difensori dell’ambiente, documentando oltre 120 omicidi dal 2010.