© Foto di Anaïs Taracena
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La scandalosa assenza di un’indagine efficace sui responsabili del brutale assassinio di Berta Cáceres, l’ambientalista dell’Honduras uccisa il 2 marzo 2016, costituisce secondo Amnesty International un messaggio intimidatorio per le centinaia di persone che osano mettersi di traverso contro i potenti.
“Il tragico omicidio di Berta illustra la disastrosa situazione dei diritti umani in Honduras. Il messaggio che ne è derivato è il seguente: se la tua azione in favore dei diritti umani disturba le persone potenti, sarai ucciso“, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.
“L’indagine scandalosamente inadeguata, che finora non è riuscita a identificare chi ha ordinato e chi ha eseguito l’assassinio di Berta, e la mancanza di programmi efficaci di protezione per i testimoni e gli altri difensori dei diritti umani mostrano il disinteresse delle autorità dell’Honduras per il perseguimento della giustizia“, ha aggiunto Guevara-Rosas.
“Ogni giorno che passa senza giustizia avvicina gli ambientalisti dell’Honduras a una fine tragica. Non proteggerli significa non proteggere le risorse naturali da cui dipende la sopravvivenza di tutti“, ha proseguito Guevara-Rosas.
Berta Cáceres, leader e cofondatrice del Consiglio delle organizzazioni popolari e dei popoli nativi dell’Honduras (Copinh), è stata uccisa il 2 marzo 2016 nella sua abitazione a La Esperanza, nella provincia occientale di Intibucá. Da anni svolgeva una campagna contro la costruzione della diga di Agua Zarca, che minaccia i diritti dei popoli nativi Lenca.
Dopo il suo brutale assassinio, altri attivisti per i diritti umani e per l’ambiente – compresi esponenti del Copinh – hanno ricevuto intimidazioni e minacce.
In occasione del primo anniversario dell’uccisione di Berta Cáceres, una delegazione di Amnesty International si recherà in Honduras per consegnare oltre 80.000 messaggi da parte di persone di ogni parte del mondo.