Honduras: le autorità devono fornire informazioni sulle persone arrestate

30 Novembre 2009

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(30 novembre 2009)

(Tegucigalpa) Amnesty International ha chiesto con urgenza alle autorità dell’Honduras di rendere nota l’identità delle persone arrestate prima e durante le elezioni, il luogo in cui sono trattenute e le accuse nei loro confronti.
 
Un caso che desta molte preoccupazioni è quello di Jensys Mario Umanzor Gutierrez. È stato visto l’ultima volta alle 2:30 della mattina di domenica 29 novembre, arrestato da un agente di una pattuglia della polizia, il cui numero di identificazione è stato documentato da un testimone.
 
Dopo aver svolto ricerche sul caso, la delegazione di Amnesty International in Honduras ha aiutato Gutierrez a redigere una richiesta di habeas corpus, una procedura legale che consiste nel sollecitare un giudice a chiedere informazioni alla polizia sul luogo in cui è detenuta una persona e che permetta al giudice stesso di incontrare il detenuto. L’habeas corpus è una garanzia fondamentale contro la tortura, i maltrattamenti e le sparizioni forzate. Tuttavia, a causa della chiusura della Corte suprema e di altri organi di giustizia, non è stato possibile presentare l’habeas corpus. La Corte dovrebbe invece avere un giudice o un funzionario designato sempre a disposizione per occuparsi delle questioni più urgenti.
 
Presentare una richiesta per conoscere dove una persona arrestata sia detenuta è quasi impossibile in Honduras‘ – ha dichiarato Javier Zuñiga, capo della missione di Amnesty International in visita nel paese. ‘I ritardi e le barriere imposti dalle autorità alla ricerca di informazioni sono la riprova della portata delle violazioni che hanno luogo oggi nel paese e di come i cittadini siano vulnerabili agli abusi da parte della polizia e delle forze di sicurezza‘ – ha aggiunto Javier Zuñiga. 
 
La delegazione di Amnesty International ha incontrato due uomini arrestati domenica 29 con l’accusa di terrorismo. Gli uomini erano stati picchiati e obbligati a sottoscrivere una dichiarazione che non accettavano. Non si sa a cosa andranno incontro.

Sempre domenica 29, alle 12.30 un’organizzazione locale per i diritti umani ha scoperto che 14 minori erano detenuti nella stazione di polizia Jefatura Metropolitana n. 3, a Tegucigalpa. Sarebbero stati arrestati mentre chiacchieravano in gruppo all’angolo della strada della stazione di polizia.
Mentre stavano arrestando due di essi, gli agenti di polizia hanno chiesto: ‘Perché vi riunite in gruppi di più di quattro persone quando c’è un decreto che lo vieta?’. La polizia ha fatto riferimento al decreto emanato a settembre scorso ma ufficialmente annullato il 19 ottobre. Tutti i 14enni sono stati rilasciati senza alcuna accusa.

Amnesty International ha ricevuto informazioni di numerosi arresti in tutto il paese. A San Pedro Sula, alcune persone hanno riferito di essere state picchiate durante una manifestazione e successivamente arrestate. In un caso, i dimostranti hanno lanciato pietre contro la polizia, causando il ferimento di un giornalista.

In altre parti del paese, le organizzazioni per i diritti umani hanno subito attacchi e intimidazioni. Il 28 novembre, Red Comal, un collettivo di agricoltori e piccoli produttori agricoli di Siguatepeque, ha subito una rapina negli uffici, nel corso della quale sono stati portati via computer e denaro.
 
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