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Amnesty International ha definito un “messaggio agghiacciante” la decisione delle autorità giudiziarie di Hong Kong di incriminare per “partecipazione a rivolte” 44 persone che avevano preso parte alle proteste del 28 luglio. Se giudicati colpevoli, rischiano fino a 10 anni di carcere.
“Questo è un messaggio agghiacciante che le autorità di Hong Kong intendono trasmettere a chi vorrà partecipare a future manifestazioni“, ha dichiarato Man-kei Tam, direttore generale di Amnesty International Hong Kong.
“Nel fine settimana vi sono stati episodi di violenza, ma le definizioni di manifestazione illegale e di rivolta per la loro ampiezza e genericità sono contrarie al diritto internazionale. È molto dubbio che persone raggiunte da queste incriminazioni possano essere sottoposte a un processo equo“, ha aggiunto Tam.
“La combinazione tra la formulazione di accuse ambigue, il ripetuto uso eccessivo della forza da parte della polizia e l’arbitrario divieto di alcune manifestazioni mostrano il disprezzo delle autorità di Hong Jong per il diritto di manifestazione pacifica“, ha sottolineato Tam.
“Molti si stanno chiedendo perché 44 manifestanti siano stati incriminati in tutta fretta mentre nessun’accusa è stata mossa, dopo una settimana, nei confronti degli autori dei vili pestaggi alla stazione della metropolitana di Yuen Leung“, ha proseguito Tam.
“La scorsa notte, di nuovo, la polizia è intervenuta in ritardo quando da un’automobile sono stati esplosi dei fuochi artificiali contro un corteo di manifestanti a Tin Shui Wai“, ha denunciato Tam.
“Le violente scene cui abbiamo assistito lo scorso fine settimana sono in parte dovute alla decisione della polizia di Hong Kong di esacerbare gli animi anziché far calare la tensione. Chiediamo alla polizia di adottare un approccio diverso nei confronti delle prossime manifestazioni e di favorire il diritto di manifestazione pacifica anziché contrastarlo con violenza“, ha concluso Tam.