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Il 15 dicembre 2025 l’Alta corte di Hong Kong ha giudicato Jimmy Lai, 78 anni, cittadino britannico ed ex editore dell’ormai chiuso quotidiano Apple Daily, giornale simbolo del movimento per la democrazia, colpevole di “collusione con forze straniere” e di “cospirazione a scopo di sedizione”. In carcere dal 31 dicembre 2020, rischia la pena massima dell’ergastolo.
Le accuse nei confronti di Lai si sono basate sulla pubblicazione di articoli su Apple Daily in cui si sollecitavano gli stati della comunità internazionale a imporre sanzioni nei confronti di Hong Kong, su incontri con esponenti politici statunitensi, su post pubblicati su Twitter (ora X) e sull’elenco dei suoi follower, che comprendeva politici stranieri e organizzazioni non governative.
Lai aveva fondato Apple Daily nel 1995. Nel 2020, poco dopo l’entrata in vigore della Legge sulla sicurezza nazionale, la polizia aveva fatto irruzione nella redazione arrestando Lai e diverse altre persone. Dopo un’altra irruzione, nel giugno 2021 Apple Daily era stato costretto a chiudere.
Prima di questo verdetto, Lai era stato giudicato colpevole in altri quattro processi per “raduni non autorizzati” e frode, per un totale di oltre sette anni di carcere.
“Il verdetto di oggi non sorprende ma amareggia: è la campana a morto per la libertà di stampa a Hong Kong, un luogo dove ormai il giornalismo è diventato un reato”, ha dichiarato Sarah Brooks, direttrice di Amnesty International per la Cina.
Amnesty International ha dichiarato Lai prigioniero di coscienza, insieme alla sua avvocata Chow Hang-tung e al suo avvocato Ding Jiaxi.