Tempo di lettura stimato: 2'
Il 29 ottobre lo studente e attivista Tony Chung è stato formalmente accusato di secessionismo, riciclaggio di denaro sporco e cospirazione per pubblicare materiale sedizioso, ai sensi della Legge sulla sicurezza nazionale entrata in vigore a Hong Kong il 30 giugno 2020.
Dopo Jimmy Lai, il fondatore del quotidiano “Apple Daily“, Chung è la seconda persona incriminata per reati previsti dalla nuova, liberticida normativa.
Chung era stato fermato il 27 ottobre nei pressi del consolato degli Usa, dove secondo la stampa locale intendeva fare domanda di asilo. Con lui erano stati arrestati altri due attivisti, Yanni Ho e William Chan.
A differenza del 30 luglio, quando era stato arrestato per i contenuti dei suoi post sui social media, questa volta non è stato disposto il rilascio su cauzione. Dopo un supplemento d’indagini, la nuova udienza si svolgerà il 7 gennaio 2021.
Chung, Ho e Chan facevano parte di “Studentlocalism“, un gruppo che chiedeva riforme politiche e che ha annunciato lo scioglimento il giorno prima dell’entrata in vigore della Legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong.
La nuova normativa punisce con un minimo di tre anni di carcere fino all’ergastolo una serie di reati, tra cui gli atti di “separatismo, sovversione, terrorismo e collusione con forze esterne o straniere“. Da quando è entrata in vigore, sono state arrestate 29 persone.
Amnesty International ritiene che Chung sia un prigioniero di coscienza e chiede l’annullamento delle accuse e la sua immediata scarcerazione.