Hong Kong, necessaria inchiesta sulle violenze della polizia

2 Settembre 2019

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Amnesty International Hong Kong ha sollecitato l’apertura di un’inchiesta sull’operato delle forze di polizia durante le manifestazioni e gli scontri del 31 agosto.

L’organizzazione per i diritti umani ha condannato in particolare quanto accaduto alla stazione “Prince Edward” della metropolitana, dove le forze di polizia hanno fatto irruzione lungo la banchina e poi all’interno di un treno, accanendosi su persone che non stavano ponendo in atto alcun comportamento minaccioso.

Gli agenti di polizia hanno manganellato indiscriminatamente i passeggeri, usato gas al peperoncino in un contesto in cui non vi erano vie di fuga e impedito ai medici di entrare nella stazione.

Un agente ha anche minacciato con un lanciagranate le persone che erano a bordo del treno.

Per la prima volta, inoltre, il 31 agosto la polizia ha usato cannoni ad acqua contenenti vernice blu, macchiando in modo indiscriminato manifestanti, giornalisti e semplici passanti.

Sebbene gli atti di violenza dei manifestanti siano da condannare, Amnesty International Hong Kong sottolinea che i comportamenti illegali delle forze di polizia non possono essere giustificati in alcun modo e rischiano di far salire ulteriormente la tensione.

L’inchiesta dovrebbe anche chiarire che ruolo abbiano avuto gli agenti in borghese dispiegati tra i manifestanti e se essi abbiano contribuito a incitare alla violenza. La presenza di agenti provocatori crea sfiducia e sospetto e semina divisione tra coloro che hanno il diritto di riunirsi e manifestare.