Hong Kong, Tong Ying-kit condannato a nove anni: “Un colpo di martello alla libertà d’espressione”

30 Luglio 2021

Jimmy Lam @everydayaphoto

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Tong Ying-kit, che il 27 luglio era stato giudicato colpevole di “incitamento alla secessione” e “atti di terrorismo” per aver sventolato una bandiera recante uno slogan politico, è stato condannato a nove anni di carcere con una sentenza che Amnesty International ha definito “un colpo di martello alla libertà d’espressione”.

Quella di Tong Ying-kit è la prima condanna emessa ai sensi della Legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, approvata dal governo di Pechino il 30 giugno 2020.

Il 1° luglio 2020, primo giorno di entrata in vigore della legge, Tong Ying-kit si era avvicinato a un gruppo di poliziotti mentre era a bordo della sua motocicletta con una bandiera recante la scritta “Liberare Hong Kong, la rivoluzione dei nostri tempi”. Per questo, cinque giorni dopo era stato arrestato.

Nel corso del processo, la pubblica accusa aveva sostenuto che quello slogan esprimeva il desiderio di rovesciare il governo e “faceva riferimento alla separazione dalla Cina”.

A Tong Ying-kit era stato negato il diritto a essere processato da una giuria – una prassi vigente a Hong Kong da 176 anni – con la scusa che c’era un potenziale rischio per i giurati.

Ulteriori informazioni

La Legge sulla sicurezza nazionale è stata approvata all’unanimità dal Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo cinese ed è entrata in vigore a Hong Kong il 30 giugno 2020, senza alcuna formale, significativa e pubblica consultazione locale.

La normativa contempla i presunti reati di “secessione”, “sovversione dei poteri dello stato” “terrorismo” e “collusione con forze estere o esterne per minacciare la sicurezza nazionale”.

La indiscriminata definizione di “sicurezza nazionale”, che ricalca quella del governo di Pechino, manca di chiarezza e viene usata arbitrariamente per restringere i diritti alla libertà di espressione, di manifestazione pacifica e di associazione e per reprimere il dissenso e l’opposizione politica.

L’applicazione arbitraria della Legge sulla sicurezza nazionale e l’imprecisa definizione dei reati rende impossibile sapere come o quando potrebbe essere considerata violata e ha creato un clima dissuasivo sin dal primo giorno di applicazione.

Dal 1° luglio 2020 al 29 luglio 2021, sulla base della Legge sulla sicurezza nazionale la polizia di Hong Kong ha arrestato od ordinato l’arresto di almeno 138 persone: delle 68 formalmente incriminate, 51 sono sottoposte a detenzione preventiva.