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Alleviare la sofferenza provocata a milioni di siriani dal conflitto armato in corso dev’essere un’alta priorità per i leader mondiali presenti al vertice del G20 di San Pietroburgo.
Il G20 è costituito da alcune tra le nazioni più ricche e ne fanno parte paesi che hanno stretti legami con ognuna delle due parti in conflitto.
‘Lavorando insieme, queste potenze possono e devono produrre un piano d’azione per alleviare l’attuale crisi umanitaria’ – ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.
Sebbene la Siria non sia presente nell’agenda ufficiale del vertice ospitato dalla Russia, ci si aspetta che se ne parli a lungo, poiché gli Usa e altre nazioni stanno pensando di lanciare un intervento militare contro il governo siriano a seguito delle denunce che le sue forze abbiano usato intenzionalmente armi chimiche proibite.
‘Milioni di persone hanno già lasciato le loro case in Siria o sono fuggite all’estero, creando una crisi umanitaria di dimensioni uniche nella storia recente. I leader del G20 non devono sprecare l’opportunità di lavorare insieme per cercare di prevenire un’ulteriore escalation di questa drammatica crisi’ – ha aggiunto Shetty.
Poiché il gruppo del G20 comprende i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il vertice in corso potrebbe essere usato per agire in questa direzione. In passato, Russia e Cina hanno bloccato tre risoluzioni del Consiglio di sicurezza che chiedevano il deferimento della situazione della Siria alla Corte penale internazionale.
‘La crisi siriana sta mettendo definitivamente alla prova il sistema globale di governance. Il G20 e il Consiglio di sicurezza devono dimostrare di essere in grado di affrontare la sfida che hanno di fronte. Le future generazioni ci chiameranno a rispondere per i fallimenti di oggi’ – ha concluso Shetty.
Amnesty International chiede ai leader del G20 di:
– prendere misure urgenti per alleviare la drammatica situazione umanitaria in Siria. Essi dovrebbero garantire che tutte le parti coinvolte nel conflitto armato consentano alle agenzie e alle organizzazioni umanitarie libero accesso affinché la popolazione civile riceva la necessaria assistenza, senza discriminazione. Nel caso del governo siriano, questo dovrebbe garantire l’accesso transfrontaliero così come l’attraversamento delle linee del fronte;
– raddoppiare le forze per assistere i rifugiati, per alleviare il peso affrontato dai paesi confinanti con la Siria, in modo da aiutare e proteggere gli oltre due milioni di uomini, donne e bambini che hanno dovuto lasciare il paese. Tutti i paesi che ospitano richiedenti asilo e rifugiati siriani devono garantire l’apertura permanente dei loro confini per consentire l’ingresso a tutte le persone in fuga dal conflitto siriano e assicurare che nessuno sia soggetto a rimpatrio forzato;
– accettare di condividere le responsabilità di indagare e perseguire crimini contro l’umanità e altri crimini di diritto internazionale commessi in Siria, anche applicando il principio della giurisdizione universale per sottoporre i responsabili a processi equi e senza ricorso alla pena di morte presso i tribunali nazionali. Amnesty International ritiene che la situazione della Siria debba essere deferita alla Corte penale internazionale.
FINE DEL COMUNICATO 5 settembre 2013
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