I piani di Biden continuano a ignorare le persone maggiormente a rischio in Afghanistan

1 Settembre 2021

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Coerente con la scadenza arbitraria che si è dato da solo, il presidente degli Usa Joe Biden non ha posto in essere un piano per l’evacuazione delle afgane e degli afgani maggiormente a rischio dopo la presa del potere dei talebani. In questo modo è venuto meno agli obblighi del governo statunitense nei confronti della popolazione dell’Afghanistan, obblighi resi tanto più forti da due decenni di presenza militare nel paese.

Giornalisti, interpreti e attiviste per i diritti umani lasciati in Afghanistan continuano a sollecitare disperatamente i loro contatti all’estero chiedendo aiuto. Le loro paure sono del tutto concrete.

Amnesty International Usa continua a chiedere all’amministrazione Usa di:

  • impegnarsi ad accogliere almeno 200.000 rifugiati nell’anno fiscale 2022, sospendere immediatamente ogni rimpatrio in Afghanistan e attribuire lo status di protezione temporanea alle persone che fuggono da questo paese;
  • collaborare col Congresso per assicurare a tutte le persone in arrivo dall’Afghanistan un percorso verso la cittadinanza e verso servizi fondamentali come cibo, rifugi, trasporti, assistenza sanitaria, apprendimento della lingua inglese, formazione e collocamento al lavoro;
  • promuovere ed espandere le sponsorizzazioni comunitarie e private per mettere in grado le persone negli Usa di accogliere direttamente e sostenere i nuovi vicini di casa afgani;
  • usare tutti i mezzi diplomatici per sollecitare gli stati confinanti con l’Afghanistan ad aprire le loro frontiere ai rifugiati afgani;
  • costruire una robusta infrastruttura umanitaria per sostenere i rifugiati afgani, ad esempio chiedendo al Congresso di approvare uno stanziamento di emergenza per sostenere gli afgani all’estero e gli afghani in arrivo negli Usa;
  • collaborare con le Nazioni Unite per istituire una missione di accertamento dei fatti o un analogo meccanismo investigativo col mandato pluriennale di indagare sui crimini di diritto internazionale commessi da tutte le parti coinvolte nel conflitto dell’Afghanistan;
  • accertare le responsabilità e prevedere rimedi, compresi i risarcimenti, agli afgani sopravvissuti alle torture commesse da agenti statunitensi e da contractor militari e alle vittime civili delle operazioni militari degli Usa;
  • garantire che ogni eventuale futura operazione statunitense in Afghanistan rispetti gli obblighi di diritto internazionale sui diritti umani.