Il commento di Amnesty International dopo la prima settimana di udienze sull’estradizione di Julian Assange

28 Febbraio 2020

Cancillería del Ecuador

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Le udienze di questa settimana hanno evidenziato la minaccia ai diritti alla libertà di espressione e all’accesso alle informazioni che deriverebbero dall’eventuale decisione di estradare Julian Assange negli Usa per rispondere di accuse di spionaggio“.

Lo ha dichiarato Julia Hall, esperta di Amnesty International sui diritti umani in Europa.

Il potenziale effetto paralizzante sui giornalisti e su altre persone che cercano di rivelare informazioni in nome dell’interesse pubblico è evidente. I giornalisti nel mondo potrebbero essere accusati di spionaggio o di violazione delle leggi antiterrorismo solo per aver reso noti crimini di guerra o altre violazioni dei diritti umani. E noi resteremmo all’oscuro di fatti e informazioni necessarie per chiamare i nostri governi a rispondere delle loro malefatte“, ha proseguito Hall.

Abbiamo appreso con preoccupazione come, negli ultimi giorni, Assange sia stato sottoposto a perquisizioni corporali e tenuto ammanettato. La direzione della prigione deve assicurare che tali misure siano necessarie e proporzionali. Amnesty International intende sollecitare le autorità britanniche a garantire che Assange non sia sottoposto a maltrattamenti nella prigione di Belmarsh“, ha continuato Hall.

Negli ultimi giorni Assange ha più volte cercato di segnalare alla corte che non era in grado di ascoltare lo svolgimento delle udienze, di comunicare in modo efficace con gli avvocati e di mantenere la concentrazione nella gabbia del tribunale dove era trattenuto a causa delle medicine che stava assumendo“, ha sottolineato Hall.

Temiamo che, se non verranno prese misure adeguate per consentire ad Assange di partecipare in modo effettivo alle udienze di maggio, l’equità del procedimento sarà a rischio“, ha concluso Hall.