Il giorno nero della libertà d’espressione in Russia

12 Giugno 2013

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L’11 giugno 2013 sarà ricordato come il giorno nero della libertà d’espressione in Russia, dopo che nel giro di poche ore la Duma, la camera bassa del parlamento, ha approvato due nuove leggi che penalizzano le opinioni delle minoranze.

I due provvedimenti, che introducono il reato di blasfemia e mettono fuorilegge l’attivismo delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti) e dei loro sostenitori, rischiano di essere approvati in breve tempo dall’altro ramo del parlamento e firmati dal presidente Vladimir Putin.

Il governo russo cerca di aumentare la sua popolarità strizzando l’occhio ai settori più reazionari della società, alle spese dei diritti fondamentali e dell’espressione delle identità individuali. Queste leggi non hanno posto tra quelle di una democrazia moderna e che rispetta i diritti. La domanda a questo punto è se alla Russia interessa diventarlo‘ – ha commentato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.

La legge antiblasfemia modifica l’articolo del codice penale relativo alla ‘ostruzione dei diritto alla libertà di coscienza e di religione’ e prevede multe fino a 500.000 rubli e un massimo di tre anni di carcere per ‘azioni in pubblico’ nei luoghi di preghiera che ‘esprimano palese disprezzo per la società, con l’intento di offendere i sentimenti religiosi dei credenti”; se l’azione viene svolta in luoghi pubblici non di culto, è previsto fino a un anno di carcere e una multa massima di 300.000 rubli.

La seconda legge approvata dalla Duma prevede multe esorbitanti per chi promuove la ‘propaganda delle relazioni sessuali non tradizionali’: fino a 5000 rubli per le singole persone e fino  a un milione di rubli per le organizzazioni, le cui attività possono essere sospese per tre mesi.

Alla vigilia del voto, una trentina di attiviste e attivisti Lgbti hanno organizzato una ‘protesta dei baci’ di fronte alla Duma e 20 di essi sono stati arrestati, dopo aver subito atti di violenza da parte di contromanifestanti omofobici.
Negli ultimi mesi, le autorità russe hanno intensificato l’assalto alla libertà d’espressione.

Queste due leggi devono suonare come un campanello d’allarme in quanto riflettono la determinazione delle autorità russe a ordinare ciò che le persone possono e non possono dire in ogni sfera della loro vita, politica o sociale che sia‘ – ha dichiarato Dalhuisen.

In occasione del Palermo Pride del 22 giugno, attivisti Lgbti da Francia, Russia e Uganda saranno in Italia per un tour sui diritti umani dall’11 giugno.
Tra loro anche Anton Kuzmin, attivista dell’associazione russa Comingout. Approfondisci