Tempo di lettura stimato: 3'
All’indomani dell’attacco del 28 giugno contro un albergo, rivendicato dai talebani, in cui sono morte almeno 10 persone, Amnesty International ha sollecitato il governo dell’Afghanistan a collaborare con la Corte penale internazionale per indagare sui responsabili dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità commessi nel paese.
Quello contro l’albergo è stato solo l’ultimo di una serie di gravi attacchi compiuti dagli insorti contro i civili: appena il 25 giugno nella provincia di Logar, un’autobomba era esplosa di fronte a un ospedale uccidendo almeno 27 persone, tra cui molte donne e molti bambini.
‘Questa ondata di attacchi da parte dei talebani e di altri gruppi di insorti costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario. Sono attacchi contro i civili, che vanno chiamati col loro nome: crimini di guerra’ – ha dichiarato Sam Zarifi, direttore del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International. ‘Attacchi che sottolineano l’urgente necessità che il governo di Kabul offra la massima collaborazione alla Corte penale internazionale, che vuole indagare sulle denunce di crimini di guerra commesse da tutte le parti coinvolte nel conflitto afgano’.
Sebbene sia stato parte dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, il governo afgano non ha ancora risposto alle richieste d’informazioni provenienti dal procuratore della Corte, che sta svolgendo un’indagine preliminare sull’Afghanistan. Secondo Amnesty International, poiché il sistema giudiziario interno non può o non vuole dare giustizia ai suoi cittadini, solo un organismo internazionale e indipendente come la Corte potrà svolgere questo ruolo.
Secondo le Nazioni Unite, la maggior parte delle vittime civili chiama in causa i talebani e gli altri gruppi di insorti. Maggio è stato il mese più sanguinoso dal 2007 e l’82 per cento delle vittime civili è stato attribuito ai gruppi antigovernativi.
‘Tutte le parti in conflitto, compresi gli Stati Uniti e la Nato, devono essere chiamati a rispondere per le violazioni delle leggi di guerra‘ – ha sottolineato Zarifi.