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Amnesty International ha condannato la proposta presentata il 7 ottobre 2013 dal direttore generale della Sanità pubblica del ministero della Salute del Kuwait, secondo la quale a chiunque sia ritenuto omosessuale, transgender o cross-dresser a seguito di un ‘test medico’ sarà impedito l’ingresso nel paese così come negli altri stati del Consiglio di cooperazione del Golfo.
Questa proposta, secondo Amnesty International, non farà altro che generare ulteriore stigma nei confronti di persone che già soffrono di un’acuta discriminazione a causa del loro reale o presunto orientamento sessuale o identità di genere. Non esiste alcuna ragione per cui ‘test medici’ debbano ‘valutare’ l’orientamento sessuale o l’identità di genere dei cittadini stranieri che arrivano in un paese.
Anziché introdurre questa procedura discriminatoria, il Kuwait dovrebbe abolire la legge che punisce con 10 anni di carcere le relazioni sessuali consensuali tra persone adulte dello stesso sesso e quella che stabilisce una multa o un anno di carcere per ‘chi imita persone del sesso opposto’.
La proposta sui ‘test medici’ sarà discussa l’11 novembre in Oman, nel corso della riunione del Comitato centrale del Programma per la forza lavoro espatriata del Consiglio di cooperazione del Golfo.