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L’11 giugno la polizia marocchina ha arrestato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale, e Irem Arf, ricercatrice su migranti e rifugiati del Segretariato Internazionale di Amnesty International, appena giunti in Marocco per indagare sulla situazione dei migranti e dei rifugiati alla frontiera con le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla. I due rappresentanti di Amnesty International, privati del loro passaporto, sono stati portati alle stazioni di polizia di Rabat e Oujda. Irem Arf è stata interrogata sulle persone che intendeva incontrare, posta su un aereo per Parigi ed espulsa. John Dalhuisen è stato interrogato per oltre quattro ore, posto su un aereo per Londra ed espulso in quanto la sua presenza costituiva una ‘minaccia per l’ordine pubblico‘, col divieto di rientrare nel paese.
Il team di Amnesty International è stato espulso nonostante avesse informato le autorità dell’imminente visita. L’organizzazione per i diritti umani aveva ricevuto dalle autorità marocchine assicurazioni, in forma scritta e a voce, che avrebbe potuto visitare il paese senza bisogno di autorizzazione preventiva. Le relazioni tra Amnesty International e il Marocco sono peggiorate profondamente dopo il lancio della campagna ‘Stop alla tortura’, nel 2014, con l’inclusione del paese tra quelli che ricorrono regolarmente alla tortura. Nel settembre dello stesso anno, le autorità avevano vietato lo svolgimento di un campo giovani di Amnesty International; a ottobre avevano negato l’ingresso a una missione di ricerca dell’organizzazione e a novembre avevano posto condizioni troppo rigide allo svolgimento della missione, tanto da dover essere cancellata. In precedenza, ad Amnesty International era stato vietato di entrare nel paese dal 1990 al 1993.
‘Il tentativo del Marocco di penalizzare il lavoro di Amnesty International nel paese e la sua capacità di indagare sulle violazioni dei diritti umani si colloca in un contesto di crescenti pressioni nei confronti delle organizzazioni locali per i diritti umani. Piuttosto che espellerci, le autorità marocchine dovrebbero mostrare che non hanno niente da nascondere e consentire la nostra ricerca senza limitazioni o impedimenti‘ – ha dichiarato Anna Neistat, direttrice della Ricerca del Segretariato Internazionale di Amnesty International.