Il processo all’Operazione Condor, un passo avanti storico nella lotta contro l’impunità in America del Sud

5 Marzo 2013

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‘Un evento storico nella lotta contro l’impunità per i crimini commessi dai governi militari e autoritari sudamericani degli anni Settanta e Ottanta’: così Amnesty International ha definito il processo iniziato il 5 marzo 2013 a Buenos Aires, in Argentina, nei confronti dei responsabili dell’Operazione Condor.

‘Benché negli ultimi anni ci siano stati in Argentina molti processi contro i responsabili delle massicce violazioni dei diritti umani degli anni Settanta e Ottanta, nessuno aveva riguardato l’Operazione Condor nel suo complesso’ – ha affermato Guadalupe Marengo, direttrice del programma Americhe di Amnesty International.

I giudici argentini dovranno pronunciarsi sulla sparizione di 106 vittime, la maggior parte di nazionalità uruguaiana, ma anche boliviana, cilena, paraguaiana, argentina e, in un caso, peruviana. Il processo coinvolge 25 imputati, tra cui gli ex presidenti argentini Jorge Rafael Videla e Reynaldo Bignone.

L’Operazione Condor fu un piano coordinato dai governi militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Chile, Paraguay, Perù e Uruguay per arrestare, scambiarsi e, a volte, eliminare gli oppositori durante gli anni Settanta e Ottanta. All’interno di questo piano segreto furono  commesse violazioni dei diritti umani in forma generalizzata, tra cui omicidi e sparizioni forzate.

Benché alcune persone siano state giudicate in altri paesi, come l’Uruguay, per fatti specifici che si inserivano nel contesto dell’Operazione Condor, è la prima volta che questo piano viene esaminato nel suo complesso dalla giustizia.

Le indagini dei giudici sono cominciate negli anni Novanta, per terminare, oltre 10 anni dopo, con l’apertura di un processo.

‘L’inizio di questo processo  rappresenta un’opportunità storica perché molti dei sopravvissuti o dei parenti delle vittime dell’Operazione Condor potranno conoscere la verità e ottenere giustizia una volta per tutte’ ha concluso Marengo.