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Amnesty International Regno Unito ha sollecitato il governo di Londra ad ampliare il sistema di ricollocamento, definito “gravemente manchevole e profondamente inadeguato” per assicurare che un numero maggiore di afgani in pericolo possa ottenere riparo.
Il caos attuale a Kabul rende necessaria un’azione nel giro di ore, e non di giorni, da parte del governo Johnson per assicurare che docenti universitari, giornalisti, attiviste per i diritti delle donne e difensori dei diritti umani siano messi in salvo prima che sia troppo tardi.
L’attuale sistema di ricollocamento era stato modificato ad aprile per fornire protezione a un maggior numero di afgani che avevano lavorato per il governo britannico ma tuttora molte di queste persone e le loro famiglie ne restano escluse.
Una delle condizioni assurde di questo sistema è che molte delle persone che potrebbero beneficiarne devono dimostrare di essere in immediato pericolo di vita. Se sono già fuggite dall’Afghanistan per evitare quel pericolo, restano tagliate fuori.
Un’altra è che se una persona che lavorava per il Regno Unito è scomparsa o è stata uccisa, i suoi familiari non possono accedere al sistema.
Amnesty International Regno Unito ha sollecitato l’adozione di un piano ufficiale che sospenda i rimpatri in Afghanistan, assicuri protezione a tutti gli afgani che si trovano nel Regno Unito e garantisca le riunificazioni familiari con chi ha già parenti nel Regno Unito, attraverso l’emissione di visti e l’evacuazione dall’Afghanistan o dai paesi vicini.
Il governo britannico deve finalmente riconoscere che molti rifugiati non hanno altra scelta se non intraprendere viaggi pericolosi per trovare salvezza. Nessuno che sia in fuga dalla tragedia dell’Afghanistan o dalla persecuzione in altre parti del mondo dev’essere penalizzato solo perché si è trovato obbligato a viaggiare senza un visto d’ingresso.