Il “Sì” alla legge MPT dà il via libera alla polizia per perseguire le persone senza accuse o processo

14 Giugno 2021

© Cedric Liano

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Commentando il “Sì” dell’elettorato svizzero alla Legge sulle misure di polizia (MPT), che conferisce alla polizia federale ampi poteri nella lotta contro le cosiddette “minacce terroristiche”, Patrick Walder, responsabile del settore campagne di Amnesty International Svizzera, ha dichiarato:

“La volontà degli elettori di prevenire la violenza terroristica è comprensibile, ma questa legge rappresenta una pericolosa violazione dei principi costituzionali. La legge non è diretta solo contro le cosiddette “minacce terroristiche”, ma può essere anche usata per perseguire la legittima protesta politica. Con questa legge, la Svizzera introduce una definizione vaga di terrorismo, aprendo le porte all’arbitrio da parte della polizia. La diffusione della paura e del terrore con intenzioni politiche è già considerata come un’attività terroristica – la minaccia di ricorrere alla violenza o di commettere un atto criminale non sono un prerequisito. Le persone che sono sospettate erroneamente dovranno dimostrare che in futuro saranno innocue – questo solo è impossibile, è un incubo kafkiano. Anche i bambini di 12 anni rischiano di essere sottoposti a misure coercitive che violano i diritti dei bambini e di essere stigmatizzati come “terroristi” dalla polizia. E tutto questo senza che siano formulate accuse o si tengano processi. Vigileremo attentamente sull’applicazione della legge e ricorderemo al governo le sue promesse, secondo le quali nessun diritto umano sarebbe stato violato con l’applicazione della legge”.

 

Informazioni complementari

Dai braccialetti elettronici ai divieti di contatto e geografici, per arrivare fino agli arresti domiciliari preventivi: con la Legge sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (MPT) in Svizzera in futuro queste misure potranno essere applicate contro persone che non hanno commesso un crimine o non sono sospettate di alcun atto preparatorio. Ad eccezione degli arresti domiciliari, fedpol potrà ordinare misure coercitive di propria autorità e in assenza di un controllo giudiziario. Le misure possono essere decise anche contro bambini di 12 anni (arresti domiciliari a partire da 15 anni).

Dall’inizio del processo legislativo nel 2018, insieme a molte altre organizzazioni non governative, Amnesty International ha esplicitamente sottolineato i pericoli che questa legge rappresenta per i diritti umani. La critica è stata condivisa da oltre 60 esperti di diritto svizzeri, dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa e da esperti di alto livello delle Nazioni Unite.

Nell’ambito della campagna per il referendum, Amnesty ha coordinato una coalizione di ONG contrarie alla legge sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo. Più di venti ONG hanno invitato i propri sostenitori e gli elettori a votare contro la legge.

 

ONG svizzere contrarie alle misure di polizia:

Amnesty International, Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani, ACAT Svizzera, Associazione Uniti dal Diritto, Consiglio Svizzera per la Pace, Digitale Gesellschaft, dirittifondamentali.ch, Donne di Pace nel Mondo, Donne per la Pace Svizzera, Federazione Svizzera delle Associazioni Giovanili, Giuriste e Giuristi democratici svizzeri, GSsE, humanrights.ch, Nostro Diritto, Organizzazione mondiale contro la tortura, Public Eye, Rete svizzera diritti del bambino, Società per i popoli minacciati Svizzera, Solidarité sans frontières, Terre des Femmes