Ilham Tohti: una storia di persecuzione e di censura

7 Febbraio 2022

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“Non si dovrebbero temere differenze di opinione e opposizione, ma piuttosto [bisognerebbe avere paura solo] di non avere opportunità di scambio”

È con questo pensiero in mente che Ilham Tohti, intellettuale uiguro di fama internazionale, ha dedicato la sua vita alla lotta per un paese più giusto e tollerante. Ora, però, per la sua visione sta pagando un prezzo troppo alto.

La sua storia è una storia di coraggio, di tenacia, di violazioni e di censura.

Una storia fin troppo comune in Cina.

Gli uiguri in Cina: torture e campi di lavoro

Gli uiguri sono una minoranza etnica fortemente discriminata residente nella regione Xinjiang, a nord-ovest della Cina. Negli ultimi anni, le tensioni tra i gruppi etnici della regione  sono aumentate, culminando anche in scontri violenti.

In tutto lo Xinjiang, gli uiguri e altre minoranze etniche vengono tenuti in centri per la “trasformazione attraverso l’educazione”, ossia dei veri e propri campi d’internamento. All’interno di queste strutture, i maltrattamenti e le torture sono sistematici e ogni aspetto della vita quotidiana è regolamentato per instillare a forza gli ideali di una nazione cinese non religiosa e omogenea.

“Nello Xinjiang le autorità cinesi hanno dato vita a un inferno distopico di dimensioni gigantesche” – Agnès Callamard

La lotta di Ilham

Per due decenni, Tohti, professore universitario uiguro, ha lavorato duramente per un’intesa tra gli uiguri e i cinesi han, il gruppo etnico maggioritario della Cina. Rifiutando categoricamente il separatismo e la violenza, il professore ha lottato senza sosta per conciliare le differenze tra i gruppi.

Per raccontare le violazioni dei diritti umani subite da entrambi i gruppi, ha fondato e diretto un sito web bilingue “Uyghur Online”, che raccoglieva discussioni e riflessioni sulla questione. Il sito, però, è stato considerato scomodo dalle autorità cinesi, che infatti lo chiusero a più riprese, la prima volta in occasione delle Olimpiadi di Pechino nel 2008.

Tra limitazioni nell’uso della lingua, l’impossibilità di praticare la propria religione e il blocco della migrazione, nel tempo le politiche del governo cinese sono diventate sempre più repressive.

Per molti anni, Tohti ha risposto a queste violenze con il dialogo, con il confronto e con la collaborazione, e ha lavorato pacificamente per costruire ponti tra le comunità etniche in conformità con le leggi cinesi, incoraggiando la cooperazione tra le comunità.

La risposta delle autorità cinesi è sempre stata la stessa: la repressione.

L’arresto ingiusto

Per aver fatto luce sulla difficile situazione degli uiguri in Cina, Ilham Tohti è stato messo sotto sorveglianza e arrestato molte volte.

Il percorso che ho sempre seguito è stato onesto e pacifico. Ho fatto affidamento solo su carta e penna – Ilham Tohti

Nel 2014, improvvisamente Ilham Tohti venne portato via dalla sua casa a Pechino dalla polizia. Per cinque mesi, nessuna persona della sua famiglia o dei suoi amici sapeva dove fosse. Durante la detenzione, Tohti è rimasto senza cibo per 10 giorni, con i piedi incatenati per 20 giorni di fila.

Nel 2014, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha ritenuto che il suo incarceramento fosse illecito, commesso a seguito di un processo breve e iniquo. Ciononostante, nello stesso anno Tohti è stato condannato all’ergastolo, con accusa di “separatismo”. Stava attirando troppo l’attenzione.

Ora deve affrontare una vita in carcere, punito per aver sfidato pacificamente le politiche del governo cinese nei confronti delle minoranze etniche.

Ilham Tohti è un prigioniero di coscienza, detenuto unicamente per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione. Nel 2019, ha vinto il premio Sacharov, l’annuale premio per la tutela della libertà di espressione assegnato dal Parlamento europeo, perché “da oltre vent’anni lavora instancabilmente per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca tra gli uiguri e gli altri popoli cinesi”.

Ogni giorno di più, il governo cinese sta eliminando le opportunità di scambio, spaventato dalle divergenze di opinione. Infatti, Ilham non è l’unico studioso incarcerato per le proprie idee: professori, scrittori e accademici continuano a essere il principale obiettivo della persecuzione nello Xinjiang e in tutta la Cina.

Ilham Tohti deve essere rilasciato immediatamente e senza condizioni. Firma per chiedere la sua liberazione!