In Polonia prosegue l’assalto alla libertà di manifestare: il rapporto

26 Giugno 2018

© Amnesty International/Grzegorz Zukowski

Tempo di lettura stimato: 3'

Nel rapporto intitolato “Il potere della piazza: proteggere il diritto di protesta pacifica”, abbiamo verificato come, nonostante le leggi repressive, la mano dura delle forze di polizia, le misure di sorveglianza, le intimidazioni e i procedimenti giudiziari, in Polonia tante persone continuano a scendere in piazza con coraggio per manifestare in favore dei loro diritti e contro le minacce allo stato di diritto.

Oltre ad aver inasprito le leggi sull’esercizio della libertà di manifestare, il governo ha esteso i poteri di sorveglianza.

Un emendamento alla Legge sulla polizia approvato nel 2016 ha ampliato detti poteri in assenza di adeguate salvaguardie, fino a estenderli a casi estranei a indagini penali. Vi sono prove che i poteri di sorveglianza siano stati usati nei confronti di persone coinvolte nell’organizzazione e nella partecipazione a manifestazioni pacifiche.

Nell’aprile 2017 è entrato in vigore un emendamento alla Legge sulle manifestazioni che di fatto vieta di sfilare nel centro di Varsavia quando nei pressi siano in corso raduni in favore del governo. L’emendamento è stato applicato col pugno di ferro.

Scarica il report

Tra aprile 2017 e marzo 2018 il governatore della provincia di Mazovia ha vietato 36 manifestazioni in programma a Varsavia. Nel 2017 il tribunale di Varsavia Centro ha ricevuto 632 atti relativi a contro-manifestanti che avevano violato la legge, mentre l’anno prima non ne aveva ricevuto alcuno.

Le autorità spesso garantiscono un trattamento preferenziale alle manifestazioni in favore del governo e a quelle nazionaliste. Questa priorità è confermata dal modo in si comportano le forze di polizia, che tollerano regolarmente le violenze e le intimidazioni dei gruppi di estrema destra e nazionalisti ai danni dei contro-manifestanti.

Al contrario, le manifestazioni pacifiche contro il governo sono affrontate con la mano dura e con incriminazioni.

Abbiamo documentato casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia, su cui poco è stato fatto per accertare le responsabilità.

Il rifiuto dei manifestanti di rimanere in silenzio è una prova di resistenza. Le autorità polacche li minacciano di arresti e condanne, gli agenti di polizia a volte li picchiano e li maltrattano. Molte persone sono poste sotto sorveglianza e le proteste pacifiche sono criminalizzate in modo crescente”, ha dichiarato Gauri van Gulik, direttrice per l’Europa di Amnesty International.

Scarica il report

“È veramente difficile lavorare in queste condizioni. Non posso battermi contro l’intero sistema. So che mi colpiranno. Non so chi, dove e quando”. Giudice Dominik Czeszkiewicz

I tribunali finora hanno ampiamente tutelato il diritto alla libertà di manifestazione pacifica e di espressione, ma la situazione potrebbe cambiare presto a seguito delle riforme apportate nel 2017 al sistema giudiziario che ne hanno gravemente compromesso l’indipendenza sottoponendolo al controllo e all’influenza della politica.

Tra coloro che potrebbero subire le conseguenze c’è uno studente di 19 anni arrestato dopo aver chiesto a un agente di polizia nome, grado e ragioni per cui stava eseguendo identificazioni durante una protesta in corso a Varsavia nel marzo 2018. Il ragazzo è stato accusato di aggressione a un funzionario di polizia e teme un procedimento iniquo.

Non so come andrà a finire: questi sono gli ultimi giorni dell’indipendenza del potere giudiziario”, ci ha raccontato.

Il giudice Dominik Czeszkiewicz, sottoposto a un procedimento del genere per aver difeso il diritto di manifestazione pacifica, ci ha spiegato: “È veramente difficile lavorare in queste condizioni. Non posso battermi contro l’intero sistema. So che mi colpiranno. Non so chi, dove e quando”.

Manifestare pacificamente è un diritto che in Polonia è minacciato gravemente. Il potere della piazza è uno strumento fondamentale di controllo del potere dello stato. Il governo polacco deve proteggere il diritto di tutti coloro che vogliono manifestare per difendere i loro diritti”, ha commentato van Gulik.