In ricordo di Aldo Forbice

26 Maggio 2021

Tempo di lettura stimato: 3'

Aldo Forbice, giornalista, conduttore radiofonico della storica trasmissione “Zapping”, vice direttore di Radio Rai, si è spento all’età di 80 anni. 

Una vita professionale trascorsa impegnandosi con passione in favore di tante battaglie in difesa dei diritti umani, per le quali Amnesty International Italia è stata al suo fianco. 

Particolarmente sentite e partecipate dall’opinione pubblica si ricorderanno le campagne contro la pena di morte: da “Cartellino rosso alla pena di morte”, un’iniziativa in occasione dei Mondiali di calcio del 2002 in Giappone alle campagne per salvare la vita a Safiya Hussaini e ad Amina Lawal, due donne condannate alla lapidazione in Nigeria, per aver concepito un figlio fuori dal matrimonio, come impone la legge islamica, sharia. 

La pena di morte in Giappone è una drammatica realtà che spesso si consuma lontano dagli occhi del mondo e pressoché sconosciuta ai suoi cittadini. L’intero sistema della pena capitale è avvolto dal segreto. I prigionieri vengono informati poche ore prima dell’esecuzione, a volte addirittura non vi è preavviso. I familiari vengono informati a esecuzione avvenuta. Ci si è rivolti dunque al primo ministro Koizumi attraverso la firma di un appello – cartellino rosso – per richiedere l’abolizione della pena di morte. Il 27 giugno 2002 Amnesty Italia e “Zapping” hanno consegnato all’ambasciata giapponese a Roma oltre 4000 cartellini rossi di adesione alla campagna. 

Il caso di Amina Lawal è stato seguito con estrema attenzione e affetto in Italia, nel momento in cui è arrivata la notizia dall’assoluzione per un altro caso analogo, quello di Safiya Hussaini, attirando l’attenzione di tutte le forze politiche, del Parlamento europeo, che ha preso una posizione ufficiale contro la condanna a morte della donna e di movimenti spontanei: una grande campagna per la sua liberazione è stata lanciata, come già avvenuto per Safiya, dalla trasmissione radiofonica “Zapping”, trasmessa su Rai Radio 1, che aveva avviato una raccolta di firme da inviare all’ambasciata nigeriana a Roma. A favore di Amina, “Zapping” ha così raccolto in poco tempo le prime 100mila firme, 600mila circa ne ha raccolte Amnesty International. 

Amina verrà infine liberata a seguito di un’imponente mobilitazione dei mass media in tutto il mondo, numerosi appelli e milioni di firme raccolte fino alla sua assoluzione il 25 settembre 2003.  

Grazie Aldo.