In ricordo di Yelena Bonner

20 Giugno 2011

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Amnesty International ha espresso le sue condoglianze alla famiglia e agli amici di Yelena Georgievna Bonner, la vedova del fisico nucleare, dissidente e Nobel per la pace Andrei Dmitrievich Sakharov, deceduta il 17 giugno a Boston, negli Usa.

Per decenni, Yelena Bonner ha difeso in modo appassionato ed efficace i diritti umani nell’Unione sovietica e poi in Russia, così come altrove. Insieme a suo marito, fu protagonista di appelli rivolti al governo dell’Urss e alla comunità internazionale per proteggere il diritto alla libertà d’espressione e per porre fine alla tortura e alla pena di morte. Dopo la morte di Andrei Sakharov nel 1989 e il collasso dell’Unione sovietica, ha continuato a lottare senza sosta contro l’ingiustizia e l’oppressione e ad aiutare innumerevoli vittime delle violazioni dei diritti umani.

Yelena Bonner è stata un’amica e una sostenitrice di Amnesty International. Ci ha anche criticato duramente, ma sempre con correttezza e voglia di ascoltare. Ci ha dedicato tempo e assistenza.

Nelle sue ‘Memorie’ del 1983 Andrei Sakharov scrisse: ‘Influenzato da Lusia [Yelena Bonner], dai miei colleghi e dagli amici, ho prestato sempre più attenzione alle vittime dell’ingiustizia. Sostengo la campagna di Amnesty International per il rilascio dei prigionieri di coscienza ovunque nel mondo, così come per la fine della pena di morte e dell’uso della tortura. Sono convinto che solo una ‘ideologia dei diritti umani’ potrà unire le persone a prescindere dalle nazionalità, dalle idee politiche, dalla religione o dallo status sociale’.

Rispondendo agli auguri di buon compleanno inviatile da Amnesty International nel 2008, in occasione del suo 85° compleanno, Yelena Bonner scrisse: ‘Grazie per gli auguri. Insieme alla mia gratitudine, vi trasmesso il desiderio che Amnesty International continui a difendere i prigionieri di coscienza e che la difesa senza compromessi dei diritti umani, a prescindere dalla destra, dalla sinistra e da ogni altra considerazione politica, possa essere sempre un esempio per tutte le organizzazioni per i diritti umani del nostro piccolo pianeta’.

Yelena Bonner ha sempre voluto prendere posizioni impopolari senza preoccuparsi della sua reputazione o di quella degli altri. Rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia è sempre stata un’opzione impraticabile per lei. Aver creduto nell’universalità dei diritti umani e nel dovere di battersi per quei diritti, le è costato caro. Per anni è stata in esilio interno e si è vista privata di una vita normale tra i parenti e gli amici, ma ha sopportato con estrema grazia i sacrifici che il suo lavoro e le sue idee hanno comportato. È stata in ogni momento un esempio della forza della parola che spinge le persone a ottenere il cambiamento.

Amnesty International ricorderà per sempre Yelena Bonner, la sua passione, i suoi ammonimenti, la sua ispirazione.