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Basuki Tjahaja Purnama, noto come “Ahok”, governatore della capitale indonesiana Giacarta, è stato condannato a due anni di carcere per blasfemia.
Nel corso della recente campagna elettorale per il rinnovo della sua carica, poi persa, “Ahok” aveva citato un versetto del Corano per sostenere che non esiste alcuna prescrizione di natura religiosa che impedisca di votare un candidato di fede non musulmana.
Durante il processo, la pubblica accusa aveva chiesto per “Ahok” un anno di carcere per “insulto o atto ostile nei confronti di un gruppo” e lo aveva prosciolto dall’accusa di blasfemia. Il giudice invece si è pronunciato per la condanna a due anni.
La condanna di “Ahok” evidenzia ancora una volta la necessità di abolire le norme sulla blasfemia, tra cui gli articolo 156 e 156a del codice penale del 1965, che vengono usati per processare e condannare, con pene fino a cinque anni, imputati di “diffamazione” della religione. Dal 2005 al 2014 vi sono state almeno 106 condanne del genere.