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Il 14 luglio, in una serie di tweet, il presidente Trump ha denigrato e insultato quattro deputate con queste parole:
“Perché non se ne tornano da dove provengono e danno una mano a sistemare quei paesi del tutto corrotti e infestati dal crimine… Poi tornano e ci spiegano come hanno fatto“.
Pur non menzionando i loro nomi, in tutta evidenza i tweet erano diretti ad Alexandria Ocasio-Cortez dello stato di New York, Ilhan Omar del Minnesota, Ayanna Pressley del Massachusetts e Rashida Tlaib del Michigan.
Il 15 luglio Trump ha attaccato AOC (come è comunemente nota Alexandria Ocasio-Cortez) e altri parlamentari accusandoli di essere “contro l’America” e di portare avanti politiche che “distruggerebbero il nostro Paese”.
Il segretario generale di Amnesty International Kumi Naidoo ha così commentato:
“Da presidente degli Usa, Trump ha demonizzato gruppi di minoranza, aizzato l’odio e la paura e seminato divisione. Gli orrendi tweet contro le quattro deputate sono l’esempio del razzismo e della xenofobia che dominano le sue deplorevoli politiche: dal divieto d’ingresso a persone provenienti da stati a maggioranza musulmana alla separazione dei figli dei loro genitori al confine messicano fino alla negazione dei diritti delle persone che cercano asilo. Le sue parole spiegano che è la xenofobia, piuttosto che la sicurezza delle persone negli Usa, a motivare queste politiche“.