Iran, avvocato e difensore dei diritti umani entra in carcere

2 Ottobre 2012

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Mohammad Ali Dadkhah, avvocato e cofondatore del Centro per i difensori dei diritti umani, è entrato sabato 29 settembre nel carcere di Evin, nella capitale Teheran, per scontare una condanna a nove anni per ‘appartenenza a un’associazione che punta a un rovesciamento morbido del governo’ e ‘propaganda contro il sistema attraverso interviste a organi d’informazione stranieri’. Come pena aggiuntiva, gli è stato impedito di praticare la professione legale e l’insegnamento per 10 anni.

Mohammad Ali Dadkhah, attualmente recluso nella sezione 250 della prigione di Evin insieme a molti altri prigionieri di coscienza, era stato già recluso nel 2009 per 74 giorni, la maggior parte dei quali in isolamento, e sottoposto a torture. Ha difeso molti prigionieri di coscienza, tra cui il pastore Yousef Nadarkhani, che rischiava la pena di morte per apostasia e che è stato recentemente rilasciato.

Il Centro per i difensori dei diritti umani è stato fondato dalla premio Nobel per la pace Shirin Ebadi ed è stato chiuso dalle autorità nel 2008. Ne hanno fatto parte altri prigionieri di coscienza, tra cui Abdolfattah Soltani, che sta scontando una condanna 13 anni, Mohammad Seyfzadeh, condannato a due anni, e Narges Mohammadi, entrata in carcere nell’aprile 2012 per una condanna a sei anni.