Iran: candidato alla presidenza rischia il processo

19 Ottobre 2009

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(20 ottobre 2009)

 Amnesty International ha chiesto alle autorità iraniane di rinunciare all’azione legale contro l’ex candidato alla presidenza Mehdi Karroubi, secondo il quale, in seguito alle contestate elezioni presidenziali, molti manifestanti erano stati violentati e torturati dalle forze di sicurezza.

Intorno alla metà di ottobre il procuratore generale di Teheran ha comunicato che il caso di Mehdi Karroubi era stato deferito a un tribunale religioso, nell’ambito di un’inchiesta, che riguarda anche l’ex ministro dei Servizi di sicurezza in carica al momento delle elezioni, avviata ufficialmente dopo la chiusura dei seggi per indagare sulle accuse di abusi.
L’esito delle indagine ha stabilito che la prova presentata da Mehdi Karroubi era falsa e finalizzata a ‘turbare la pubblica opinione e minare la credibilità del sistema’.

Le autorità iraniane hanno riconosciuto le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza durante le proteste successive alle elezioni. Ma sia l’indagine ufficiale che le altre condotte dal parlamento iraniano sono state usate per proteggerle dalle accuse.

Il 7 settembre 2009, le forze di sicurezza iraniane avevano chiuso l’ufficio e confiscato le testimonianze, raccolte da un organismo indipendente istituito da Mehdi Karroubi e dall’altro candidato presidenziale Mir-Hossein Mousavi, su accuse di abusi commessi durante le manifestazioni post elettorali.

Le autorità iraniane hanno negato l’accesso ad esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite, con specifiche competenze in materia di esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie e su tortura, malgrado le ripetute richieste di entrare nel paese.

Almeno 4000 persone sono state arrestate nel corso e a seguito delle manifestazioni. Molte sono state rilasciate, ma diverse centinaia sono ancora in carcere e gli arresti continuano.
 
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