Iran, in carcere la giornalista e attivista Zhila Bani-Yaghoub

3 Settembre 2012

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Amnesty International ha sollecitato le autorità iraniane a rilasciare Zhila Bani-Yaghoub, prigioniera di coscienza, giornalista e attivista per i diritti delle donne, che il 2 settembre è entrata nel carcere di Evin, nella capitale Teheran, per scontare un anno di carcere per i reati di ‘diffusione di propaganda  contro il sistema’ e ‘offesa al presidente’, seguiti da 30 anni di interdizione dalla professione giornalistica.

Zhila Bani-Yaghoub, premio Coraggio nel giornalismo dell’International Women’s Media Foundation nel 2009 e premio Libertà di stampa di Reporter senza frontiere nel 2010, era stata già processata e assolta tre volte per i medesimi capi d’accusa. Nell’aprile 2011 era stata ulteriormente incriminata per ‘avere un blog personale senza autorizzazione governativa’.

Nel 2009, poco dopo la contestata rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad, Zhila Bani-Yaghoub era stata arrestata insieme al marito, Bahman Amou’i, anch’egli giornalista. Era stata rilasciata dopo due mesi. Bahman Amou’i sta invece scontando una condanna a cinque anni di carcere per ‘riunione e collusione con l’intento di danneggiare la sicurezza nazionale’, diffusione di propaganda contro il sistema’, ‘minaccia alla pubblica sicurezza’ e ‘offesa al presidente’.

Il 26 giugno 2012, Bahman Ahmou’i è stato trasferito dalla prigione di Evin a quella di Raja’i Shahr, in condizione di ‘esilio interno’. Per i primi 50 giorni, non ha potuto incontrare i familiari.

Amnesty International continua a chiedere il rilascio di altri prigionieri di coscienza, tra cui il giornalista e attivista Isa Saharkhiz, arrestato nel 2009 e condannato nel settembre 2010 a tre anni di carcere per ‘diffusione di propaganda contro il sistema’ e ‘offesa al presidente’. La condanna è stata aumentata di altri due anni nell’agosto 2011 per accuse collegate alla sua attività di giornalista. È in cattive condizioni di salute. Dopo aver trascorso gli ultimi sei mesi in ospedale, il 28 agosto 2012 è stato riportato nella sezione 209 di Evin, diretta dal ministero dell’Intelligence. Quel giorno ha intrapreso uno sciopero della fame e il 3 settembre ha cessato di assumere medicinali.

Sono decine i giornalisti minacciati, arrestati e condannati negli ultimi anni in Iran. Alcuni di essi versano in cattive condizioni di salute, come Mohammad Sadiq Kaboudvand, curdo, condannato a 10 anni e mezzo di carcere per reati di opinione.