Tempo di lettura stimato: 2'
Amnesty International ha chiesto al governo iraniano di annullare la condanna a morte emessa il 9 gennaio per ‘collaborazione con un governo ostile’ nei confronti di Amir Hekmati, cittadino irano-statunitense nato in Arizona, Usa.
Arrestato nell’agosto 2011 e privato di ogni possibilità di contattare parenti, avvocati o rappresentanti consolari, Hekmati, come tanti altri condannati a morte in Iran, ha subito un processo iniquo, condizionato anche dalle attuali tensioni politiche con gli Usa. Prima del processo, celebrato lo scorso dicembre, è stato costretto a confessare in televisione di aver fatto spionaggio per conto della Cia, i servizi segreti statunitensi.
Hekmati ha 20 giorni di tempo per presentare appello contro la condanna a morte.
Nel 2011 in Iran sono state eseguite oltre 600 condanne alla pena capitale, la maggior parte delle quali per reati di droga. Le esecuzioni nel 2012 sono state già almeno 39. In attesa dell’esecuzione si troverebbero migliaia di prigionieri, tra i quali oltre a diversi attivisti politici, anche 14 tra donne e uomini giudicati colpevoli di adulterio e almeno un religioso accusato di apostasia.
Attivati contro la pena di morte: entra nella Rete!
(15/12/2011) Iran: ondata di esecuzioni segrete per reati di droga in Iran