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Nasrin Sotoudeh, avvocata per i diritti umani e vincitrice del premio Sakharov 2012 per la libertà di pensiero del Parlamento europeo, ha interrotto lo sciopero della fame iniziato il 17 ottobre 2012 e durato 49 giorni, dopo che le autorità iraniane hanno ritirato il divieto di viaggiare per la figlia 13enne.
Nasrin Sotoudeh sta scontando una condanna a sei anni di prigione, originariamente di 11 anni ma poi ridotta in appello, per ‘diffusione di propaganda’ e ‘appartenenza a un’organizzazione illegale’, il Centro per i difensori dei diritti umani.
Lei respinge tutte le accuse. Nasrin Sotoudeh è detenuta nella prigione di Evin a Teheran fin dal suo arresto, il 4 settembre 2010, dove è stata tenuta a lungo in isolamento.
Ann Harrison, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord, ha dichiarato: ‘Nonostante la buona notizia, non siano a una svolta. Per quale motivo una madre deve mettere in pericolo la propria vita affinché la magistratura assolva ai suoi doveri?’
‘Questo è un ulteriore esempio del fatto che in Iran lo stato di diritto è indebolito dall’istituzione che dovrebbe invece sostenerlo. Nasrin Sotoudeh è in prigione semplicemente per aver svolto pacificamente la sua attività di avvocata. Cosa dovrà accadere ora affinché le autorità iraniane accettino che lei non dovrebbe trovarsi in prigione e ordinino il suo rilascio immediato ed incondizionato?’- ha chiesto Harrison.