Iran: necessarie indagini sulla morte dei manifestanti, rischio di tortura per centinaia di arrestati

5 Gennaio 2018

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Amnesty International ha espresso il timore che la repressione in corso in tutto l’Iran nei confronti delle proteste possa intensificarsi.

L’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato le autorità di Teheran a rispettare il diritto di manifestazione pacifica, a indagare sulle denunce di uso illegale della forza e delle armi da fuoco e a proteggere dalla tortura le centinaia di persone arrestate a partire dal 28 dicembre 2017.

Da quel giorno, migliaia di iraniani hanno riempito le strade di circa 40 città del paese per protestare contro la povertà, la corruzione, l’autoritarismo e la repressione politica. Secondo dati ufficiali aggiornati al 4 gennaio, i morti sarebbero almeno 22 (tra cui due membri delle forze di sicurezza).

Oltre 1000 persone sono state arrestate nel corso delle proteste e trasferite in centri di detenzione noti per le torture praticate al loro interno. Nella sola prigione di Evin, a Teheran, tra il 31 dicembre 2017 e il 1° gennaio 2018 sono stati registrati 423 ingressi di detenuti. Molti di loro si troverebbero nella cosiddetta “sezione della quarantena” (dove i detenuti vengono perquisiti e visitati), che ha spazio solo per 180 persone.

Amnesty International ha chiesto il rilascio di tutte le persone arrestate mentre stavano manifestando in modo pacifico.