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Amnesty International ha deplorato l’esecuzione di quattro attivisti politici curdi e di un altro iraniano, impiccati domenica 9 maggio dopo essere stati giudicati colpevoli di moharebeh (comportamento ostile a Dio).
Le esecuzioni sono avvenute senza preavviso, al termine di processi irregolari preceduti da torture.
Secondo Amnesty International, l’ondata di esecuzioni rappresenta un tentativo di intimidire la minoranza curda e gli altri gruppi che si oppongono al governo in vista del 12 giugno, primo anniversario delle contestate elezioni presidenziali che hanno dato un secondo mandato al presidente Mahmoud Ahmadinejad.
Amnesty International ha chiesto al governo iraniano di rendere noto il numero dei cittadini dell’Afghanistan impiccati e in attesa di esecuzione. Secondo un parlamentare di Kabul, nei primi giorni di aprile sarebbero stati messi a morte 45 afgani, le cui salme sarebbero state poi rimpatriate.
Fonti ufficiali iraniane hanno recentemente comunicato che i cittadini afgani in carcere sono oltre 4000 e che 3000 di essi sono stati condannati a morte quasi sempre per reati di droga.