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Il rinvio di un mese dell’esecuzione, prevista oggi in Iran, di due minorenni al momento del reato aveva illuso che si trattasse del primo passo verso la fine di quella che Amnesty International definisce ‘una pratica oscena’. Ma se Behnoud Shojaee e Mohammad Feda’i sono ancora vivi, ieri, martedì 10 giugno, nella città di Sanandaj è stato impiccato Mohammad Hassanzadeh, condannato alla pena capitale per un reato commesso quando aveva probabilmente 15 anni e messo a morte quando ne aveva solo 17.
Il 25 giugno è prevista l’esecuzione di Saeed Jazee, giudicato colpevole di omicidio preterintenzionale, uno degli almeno 84 minorenni al momento del reato che si trovano nei bracci della morte dell’Iran. La Sezione Italiana di Amnesty International ha lanciato sul proprio sito un appello alle autorità iraniane per chiedere la commutazione della condanna.
‘Questi ragazzi non avrebbero dovuto neanche essere condannati a morte, dal momento che l’Iran ha sottoscritto i trattati internazionali che mettono al bando le esecuzioni dei minorenni al momento del reato‘ – ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. ‘Chiediamo ai leader, all’autorità giudiziaria e al nuovo parlamento del paese di assicurare che l’Iran segua la tendenza mondiale di ripudio della pena di morte, espressa dalle Nazioni Unite il 18 dicembre scorso, con la risoluzione dell’Assemblea generale che chiede una moratoria mondiale sulle esecuzioni‘.
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Mohammad Feda’i, uno dei due minorenni al momento del reato la cui esecuzione è stata rinviata di un mese, ha denunciato di essere stato obbligato, sotto tortura, a firmare una confessione mai resa e del cui contenuto era del tutto ignaro: ‘Ho 21 anni. Ne avevo 16 quando sono entrato in prigione. Come tutti i miei coetanei, stavo ancora vivendo i sogni della mia giovinezza. Ma, quando hanno iniziato a picchiarmi e a frustarmi, ad appendermi al soffitto, ho perso ogni speranza di vita…’
Secondo dati di Amnesty International, dal 1990 in Iran sono stati messi a morte almeno 30 minorenni al momento del reato, sette dei quali nel 2007 e almeno due nel 2008. I minorenni nel braccio della morte sono almeno 84.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 11 giugno 2008
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