Iran, prigionieri politici rischiano l’esecuzione

12 Gennaio 2010

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(13 gennaio 2009)

Amnesty International ha chiesto alle autorità iraniane di fermare l’impiccagione di almeno 17 curdi, tra cui una donna, condannati a morte per reati politici. La loro esecuzione potrebbe essere imminente, poiché già due curdi sono stati messi a morte nelle ultime settimane: l’ultima esecuzione, nei confronti di Fasih Yasmini, è avvenuta il 6 gennaio.

Questi condannati a morte sono stati ritenuti colpevoli di ‘moharebeh‘ (comportamento ostile nei confronti di Dio) per aver fatto parte di un gruppo politico curdo di opposizione illegale, il Partito per una vita libera in Kurdistan (Pjak) e di un gruppo armato marxista, il Komala. Alcuni prigionieri sarebbero stati torturati in carcere e non avrebbero avuto accesso alla difesa.

A rischiare l’esecuzione è anche un altro prigioniero politico, Ali Saremi, 62 anni, condannato il 29 dicembre scorso sempre per ‘moharebeh‘ a causa della sua militanza nell’Organizzazione dei mujaheddin del popolo  iraniano (Pmoi). È stato arrestato nel settembre 2007 dopo che aveva preso la parola nel corso di una cerimonia funebre, organizzata al cimitero Kharavan di Teheran per commemorare le vittime del ‘massacro delle prigioni’ del 1988. Complessivamente, ha trascorso 23 anni in carcere a causa delle sue attività politiche, prima e dopo la Rivoluzione islamica.

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