Iran, quasi 700 esecuzioni in sei mesi e mezzo

22 Luglio 2015

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Dal 1° gennaio al 15 luglio, in Iran sono state eseguite 694 condanne a morte, una media di oltre tre al giorno anche (contrariamente al solito) durante il mese di Ramadan. In sei mesi e mezzo, è stato messo a morte quasi lo stesso numero di persone del 2014 (743). Se la tendenza proseguirà nella seconda parte del 2015 verrà superato il numero di 1000 esecuzioni.

Anche quest’anno, la maggior parte delle condanne a morte eseguite riguarda reati di droga. Secondo le autorità giudiziarie iraniane, si tratterebbe di circa l’80 per cento del totale, secondo fonti non ufficiali la percentuale sarebbe lievemente inferiore.

Tra i 694 prigionieri messi a morte figurano anche persone accusate di essere ‘nemiche di Dio’ o di ‘corruzione sulla Terra‘, compresi prigionieri politici curdi e appartenenti ad altre minoranze etniche e religiose.Non c’è alcun segnale che la situazione possa cambiare.

Nei bracci della morte dell’Iran si trovano migliaia di prigionieri, condannati al termine di processi iniqui, per i quali ogni nuovo giorno può essere l’ultimo. In molti casi, le esecuzioni vengono notificate poche ore prima. Non è raro che i familiari delle persone messe a morte siano informati giorni, e persino settimane, dopo.