Iran, rinviata ma solo di 10 giorni l’esecuzione di Reyhaneh Jabbari

29 Settembre 2014

Tempo di lettura stimato: 2'

L’esecuzione di Reyahneh Jabbari, una donna di 26 anni, prevista all’alba del 30 settembre in Iran, è stata rinviata di 10 giorni. Reyhaneh Jabbari era stata condannata a morte nel 2009 per l’omicidio, avvenuto due anni prima, di un ex funzionario del ministero dell’Intelligence che la stava molestando. Inizialmente la donna si era attribuita la responsabilità dell’omicidio ma in seguito aveva precisato di aver sì pugnalato il suo aggressore alle spalle ma che a ucciderlo era stato un altro uomo presente sul posto.

Il processo era stato infarcito di irregolarità e, alcuni mesi fa, la prigioniera era stata costretta a rinunciare al suo avvocato. Un precedente tentativo di mettere a morte la donna era stato scongiurato, nell’aprile 2014, grazie agli appelli pervenuti da ogni parte del mondo. Le organizzazioni locali per i diritti umani ritengono che anche in questa occasione le proteste e gli appelli alla clemenza abbiano spinto le autorità iraniane a rinviare l’esecuzione.

Amnesty International ha chiesto alle autorità iraniane di annullare la condanna a morte di Reyhaneh Jabbari e concederle un nuovo processo, stavolta equo, in cui siano effettivamente accertate le sue responsabilità e che in ogni caso non termini con una condanna alla pena capitale.