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Il 23 ottobre il dipartimento della Giustizia della provincia iraniana di Mazandaran ha annunciato l’amputazione di una mano a un ladro, avvenuta “nell’ambito di un approccio repressivo, severo e senza esitazioni, nei confronti di coloro che recano danno alla sicurezza e all’ordine pubblico e rubano fondi pubblici“.
Questa sanzione crudele non è altro che tortura. Come stato parte del Patto internazionale sui diritti civili e politici e in base al diritto consuetudinario, l’Iran è obbligato a proibire la tortura in ogni circostanza.
Poiché inoltre le norme nazionali sull’esecuzione delle pene corporali prevedono la presenza di un medico che valuti e sovrintenda la procedura, si è trattato anche di una violazione delle linee-guida etiche della professione medica che vietano il coinvolgimento di operatori sanitari nei maltrattamenti e nelle torture.